Beatrice Venezi contestata dall’Orchestra del Teatro la Fenice: “Curriculum non all’altezza, revocate la nomina”

Si inasprisce il conflitto tra la Sovrintendenza del Teatro La Fenice di Venezia e l'Orchestra a seguito della nomina di Beatrice Venezi come Direttore (sic) musicale di uno dei Teatri italiani più rinomati al mondo. È di qualche giorno fa la notizia, data dal Sovrintendente Nicola Colabianchi, che la direttrice amata da Fratelli d'Italia e dal Governo avesse ricevuto l'incarico, a partire da ottobre 2026, di dirigere l'Istituzione veneziana e lo ha ottenuto all'unanimità anche perché, come ha dichiarato il Sovrintendente "è un ottimo direttore d'orchestra e perché è una donna che a soli trentacinque anni si è già affermata a livello internazionale".
Non sono dello stesso parere i professori e le professoresse che compongono l'Orchestra e che hanno indirizzato una lettera durissima di risposta a Colabianchi sostenendo, innanzitutto, di aver scoperto della nomina dai giornali, e soprattutto che quella nomina non era stata discussa con nessuno, anzi che le indicazioni che aveva dati durante gli incontri fossero diverse da qualla che poi è stata la decisione finale: "Si tratta di un atto che mina profondamente la fiducia che i professori d'orchestra avevano riposto nella Sua parola e nella Sua capacità di guida trasparente dell'Istituzione" si legge.
Una sfiducia completa da parte dell'Orchestra che non accetta neanche le scuse ricevute per le modalità di nomina di Venezi che all'interno delle professionalità della fenice non era mai stata candidata a un ruolo apicale. L'Orchestra, poi, entra in un ambito più lavorativo e di stima, criticando quelle qualità che sono state attribuite alla direttrice nell'ambito della nomina: "Il Direttore Venezi non ha mai diretto né un titolo d'opera né un concerto sinfonico pubblico in cartellone alla Fenice. Il suo curriculum non è minimamente paragonabile a quello delle grandi bacchette che, in passato, hanno ricoperto il ruolo di Direttore Musicale di questo Teatro" si legge ancora nella lettera.
Nessun talento internazionale, quindi, per l'Orchestra che teme un ridimensionamento del profilo del teatro all'intero del mondo musicale internazionale e si sottolineano anche le disdette da parte di abbonati storici, che quindi non hanno seguito la Sovrintendenza in questa scelta, creando anche un danno economico per una "nomina che non garantisce né qualità artistica né prestigio internazionale". Per tutti questi motivi, quindi, l'Orchestra ha sfiduciato Colabianchi, ritenendo che quel patto fondamentale sia stato irrimediabilmente compromesso, chiedendo, infine, la revoca della nomina.