
Mentre aspettiamo che Alessandro Baricco salga in consolle per dare il via a quella che ha voluto definire una "Notte eretica" in una delle discoteche storiche di Jesolo, IlMuretto, Alessio Bertallot alterna "Aquarius" di Galt MacDermot a "You can call me Al" di Paul Simon. Ci sono un migliaio di persone da intrattenere in questa nottata in uno dei luoghi storici della musica dance ed elettronica italiana. Un locale che si affaccia su uno stradone periferico e che negli anni ha ospitato alcuni tra i dj più importanti al mondo.
Quando entriamo sono le 19.30 e lo scrittore torinese sta definendo gli ultimi dettagli di questa serata. C'è uno spazio con i suoi libri e un paio di poltroncine dove si farà un firmacopie, ma soprattutto ad accoglierci c'è il "Dies Irae": la serata si prevede frizzante. Lo scrittore torinese ha scelto di sperimentare ancora una volta e di farlo mescolando le carte: presentare il suo ultimo libro "Breve storia eretica della Musica Classica" (sempre per Feltrinelli Editore) in uno dei posti storici della movida italiana.
"Per conservare un'emozione, una meraviglia in ciò che faccio, mi è diventato quasi indispensabile farlo in luoghi dissimetrici. Mi fa del bene" dice Baricco a Fanpage, raccontando il perché di questa scelta eretica. Mescolare sacro e profano, Mozart e "Born Slippy" degli Underworld, che segnerà l'ingresso dello scrittore in consolle. Nel Paese delle presentazioni spesso vuote o quasi, c'è un locale pieno ad aspettare di capire cosa ha combinato questa volta l’autore di "Oceano Mare", "Seta" e "Abel".
Oltre a Bertallot – e lo spirito di tutti coloro che hanno portato alla nascita della Musica Classica – ci sono anche Gloria Campaner, nota pianista con un curriculum internazionale, nonché moglie dello scrittore, che sarà parte fondamentale dello spettacolo e l’Ensemble Vox Gregoriana. Baricco ci spiega perché questa breve storia della musica doveva essere raccontata: "Nella storia della musica classica il DNA di cosa siamo è scritto in maniera mirabile. Inanella talenti mostruosi, ricchezze incredibili, gare, partite, sfide, crolli, morti, eroi, se hai un figlio ti viene da raccontargliela. Parlare della musica classica deve smettere di essere qualcosa che si fa nel circoletto della musica classica".
Baricco, lo sappiamo, è un intellettuale che è sempre stato aperto alla novità, anzi ha cercato continuamente di raccontarla. Guardare avanti, più che rimanere stagnato nel presente. Raccontare le mutazioni della contemporaneità è stato uno dei suoi obiettivi, lo fece raccontando la Globalizzazione in "Next", ma anche il cambiamento antropologico de "I barbari". E in fondo anche questa nuova storia altro non è che quella di una mutazione.

"La Prima Musica insegnò a vivere in armonia con la Natura, accogliendone i doni. La Musica del Disordine rivendicò alla disarmonia dell'umano il diritto di proprietà dei suoni. E la Musica Classica fondò su quel diritto la sua ambizione a fare del mondo un giardino. Possiamo riconoscerci in ognuna di quelle tre visioni – o menzogne" scrive a un certo punto Baricco nel libro. E leggerlo è esattamente immergersi in una Storia che racconta molto più di quello che il titolo farebbe intendere. Leggendo e parlando con Baricco si sente perennemente una spinta, quella della curiosità.
Ma torniamo alla discoteca, siamo lì riuniti per una "non presentazione", siamo lì per ascoltare, per esempio, il Dies Irae, la sua evoluzione dal canto gregoriano a Giuseppe Verdi. Ma è ovvio che stiamo parlando di hit, sia chiaro. Esistono hit anche nella musica Classica, il Dies Irae è uno di questi. Sono tantissime le canzoni che amiamo che hanno preso ispirazione (sample?) dalla musica classica e dall'Opera, da "Blackbird" dei Beatles ispirati dalla Bourrée in Mi Minore di Johann Sebastian Bach.
"Plug in baby" dei Muse si ispira alla "Toccata e fuga in Re minore" di Bach, "I Can" di Nas contiene sample di "Per Elisa" di Beethoven, Thicke in "When I Get You Alone" usa la Quinta di Beethoven, arrivando a Marracash che campiona l'aria "Un bel dì vedremo" dalla Madama Butterfly di Puccini o "La voce del silenzio" di Mina che comincia col preludio in Do minore dal "Clavicembalo Ben Temperato" di Bach.
Baricco sale in consolle – e poi scende tra il pubblico – per raccontare questa Storia dell’evoluzione della musica, l’arrivo della Polifonia, l’Armonia di Dio. Armonia di Dio che si confonde col ghiaccio che scorre nei bicchieri, mentre le voci gregoriane – dal vivo – si mescolano allo spruzzo dell’acqua tonica. E tutto, poi, si confonde con la voce dello scrittore che arriva a parlare di Mozart: "Questa musica dovete farla arrivare nel vostro corpo, c’è ordine, equilibrio, misura – dice al pubblico rapito -. Un respiro che nella vita non c’è”.
Ascoltare dei suoni presi da Dio, mentre coloro che sarebbero stati creati da Dio bevono gin tonic. È in questo momento che parte il "Vesperae solennes de confessore" di Mozart: "Dovete sentirlo col corpo, non con la mente" dice Baricco. Intanto Gloria Campaner si fa spazio tra le persone per sedersi al piano. È un momento molto intimo, quasi magico. E a quel punto lo spettacolo diventa una cosa a due, con la pianista che aiuta lo scrittore a ripercorrere questa Storia, giocando coi tasti e facendolo diventare musica.

È lei a chiudere la serata con un Notturno di Chopin che non poteva che sciogliersi nella contemporaneità, con "Lipstick" di Alaia & Gallo, duo di producer italiani scelti da Bertallot per dare il via all’afterparty. Baricco abbandona la sala da ballo, attorniato da chi gli chiede una foto e una dedica.
E mentre attraversiamo il parcheggio pieno, in questo freddo veneto, ci chiediamo chissà cosa ne penserebbero Corelli, Bach, Beethoven e Wagner di vedersi suonati in questo luogo, non proprio la trasfigurazione dei salotti nobiliari dove la loro musica era suonata. Ma si sa, senza un pizzico di follia, oltre a talento e studio, un pezzo di questa storia non sarebbe stata scritta. Quindi fingiamo che tutto sia possibile, in fondo se qualcuno ha potuto pensare la Nona, possiamo immaginarci anche il canto gregoriano là dove ha suonato Skrillex.