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Carlo Calenda non vuole lasciare il Pd: “Ma se me lo chiedessero fonderei un nuovo partito”

Carlo Calenda ha rilasciato una lunga intervista a Repubblica in cui si è detto disposto a lasciare il Partito Democratico per fondare un nuovo soggetto politico che possa affiancarlo. Poi ha precisato su Twitter che non ha nessuna intenzione di lasciare il Pd e che, in caso di separazione, la scelta sarebbe condivisa con Nicola Zingaretti.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Carlo Calenda vuole lasciare il Pd per fondare un nuovo partito? Un titolo di Repubblica dice di sì, lui invece sostiene che le sue parole siano state interpretate male. Il neoeletto al Parlamento europeo, con 275mila preferenze nella circoscrizione del Nord-Est, ha rilasciato una lunga intervista al quotidiano romano in cui ha tirato le somme di queste elezioni europee e ha parlato del futuro dell'Italia e del Partito Democratico. "Siamo europei – il manifesto scritto proprio da Calenda – può diventare un partito", ha spiegato l'ex ministro, svolgendo comunque la funzione di "collante di un mondo più ampio della sinistra". C'è la necessità di "una forza di centro", secondo Calenda, che metta insieme "tre grandi culture, la sinistra, il cattolicesimo democratico e il liberalismo". Nessuna scissione in vista, perché "non farò niente contro il Pd", ha sottolineato l'ex ministro, spiegando la sua disponibilità a "trasformare Siamo Europei in un soggetto politico" solo se deciso di comune accordo con il Partito Democratico.

Dopo l'intervista è arrivata la precisazione su Twitter dello stesso Calenda, che ha spiegato: "Per essere chiari non ho mai detto che fonderò un partito. Ho anzi specificato che rimango nel PD e solo se me lo chiedesse Nicola Zingaretti, in vista di un’alleanza elettorale, potrei dare una mano a costruire la gamba liberaldemocratica. Mi pare che il ragionamento sia stato invertito".

Per quanto riguarda il futuro del centrosinistra, Carlo Calenda ha le idee chiare, bisogna guardare "a una coalizione che abbia una parte liberaldemocratica, il Pd, i Verdi, +Europa e Italia in comune". Nessun dialogo invece con i 5 Stelle, perché "parlare con una classe dirigente che è un disastro? Perché discutere con Di Maio e Toninelli? – ha continuato l'ex ministro – stringendo intese con i grillini non risolvi la questione". Mentre "Matteo Salvini è un gigante dai piedi d'argilla" che "crollerà insieme al castello di carte e di illusioni che ha messo in piedi". Secondo Calenda nell'Ue "il governo a guida leghista non conterà assolutamente niente", anzi, con l'esito di domenica "il Paese assomiglia alla Polonia e all'Ungheria ed è finito nella serie C dell'Europa".

"Noi dobbiamo andare avanti insieme, uniti – ha sottolineato il segretario del Partito Democratico, Nicola Zingaretti – Questo è sempre stato il mio obiettivo e credo che lo sia di tutti, anche di Calenda, che lo ha confermato". Mentre in merito alla costruzione di un'alleanza liberaldemocratica proposta dall'ex ministro, Zingaretti ha sottolineato che "questa alternativa la costruiremo assieme a tante forze economiche, culturali e sociali e da domani, con la Direzione, apriremo questa seconda fase, per parlare al paese di un'ipotesi di sviluppo".

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