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Boschi: “Per votare sì con convinzione basta leggere il quesito sulla scheda”

Il ministro per i Rapporti col Parlamento non chiarisce sulla data del referendum, ma spiega: “Se vince il no non è un dramma, ma con il sì cambiamo le cose”.
A cura di Redazione
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Il quesito è molto semplice, perché si chiede agli italiani se vogliono superare il bicameralismo paritario, abolire il Cnel, ridurre il numero dei parlamentari e dei costi della politica, abolire le province e rivedere il titolo V? Se siete d’accordo e cambiare le cose votate sì, altrimenti lasciamo le cose come stanno”. È questa la linea ribadita dal ministro Boschi durante una lunga intervista per La Stampa, in vista del referendum sulla riforma della Costituzione impostata dal Governo guidata da Matteo Renzi.

Nella lettura della Boschi, per dissipare “dubbi e bugie” sulla riforma, basta leggere il quesito: “Il punto vero che dobbiamo porci è se questa riforma fa fare un passo in avanti per avere un sistema più efficiente o no. Perché non stiamo parlando della riforma dei sogni, ma di una legge che funziona e consente di superare il bicameralismo paritario […] ora servono anni per approvare una legge e nel frattempo non si risponde si bisogni dei cittadini”. Per la Boschi non ci sono problemi con il "combinato disposto" con l'Italicum: "Questa legge elettorale potrebbe cambiare nel tempo, non possiamo cambiare la Costituzione restando vincolati a un meccanismo che potrebbe essere modificato da un altro Parlamento. Una legge che è comunque nella disponibilità anche di questo Parlamento e non è sottoposta al giudizio degli italiani con il referendum. Si vota per la riforma della Costituzione, non sull'Italicum".

Resta ovviamente la polemica sulla data, che il Governo ancora non ha provveduto a fissare. Per la Boschi si potrebbe votare “entro la fine di novembre”, Renzi aggiunge che il Governo indicherà la data entro il 13 ottobre, dunque la consultazione potrebbe tenersi anche la seconda settimana di dicembre. Sul punto, il Movimento 5 Stelle attacca: “Non si vede un valido motivo per tutta quest'attesa. Che ci sia dietro l'inconfessabile speranza di recuperare due voti con le solite mance della legge di stabilità? O la semplice esigenza di prender tempo, in attesa di buone notizie da parte dei fornitori di sondaggi?”

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