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Opinioni

Borse euforiche, investitori prudenti

Le banche europee e i mercati azionari fanno segnare rialzi a fine giornata tra l’1% e il 3%, complice anche un secondo annuncio con cui Francia, Belgio e Lussemburgo annunciano di mettere in campo garanzie per 90 miliardi di euro. Prudenza invece da parte degli investitori.
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A cura di Luca Spoldi
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Angela Merkel, Nicolas Sarkozy

Angela Merkel e Nicolas Sharkozy promettono di presentare al G20 del 3 novembre prossimo una bozza di intesa per ricapitalizzare le banche europee e i mercati azionari “impazziscono”, con rialzi a fine giornata tra l’1% e il 3%, complice anche un secondo annuncio con cui Francia, Belgio e Lussemburgo annunciano di mettere in campo garanzie per 90 miliardi di euro (fornite dai tesori belga, 60%, francese, 36,5% e lussemburghese, 3,5%) fino ad un massimo di 10 anni e di voler prendere direttamente parte allo spezzatino del gruppo finanziario Dexia, che vedrà Dexia Bank Belgium ceduta per 4 miliardi di euro al Belgio, il portafoglio di prestiti municipali di Dexia Municipal Agency ceduto La Banque Postale e Caisse des Dépôts et Consignations (le trattative sono in corso ma il valore dell’operazione potrebbe aggirarsi sui 700 milioni di euro secondo voci di mercato) mentre vengono confermate trattative per una cessione di Dexia Banque International à Luxembourg che coinvolgerebbe il Lussemburgo e la messa sul mercato di altre controllate come la turca Denizbank, mentre per ora non sarebbero previste la cessione degli asset in Spagna (Dexia Sabadell), in Germania (Dkd) e in Italia (Dexia Crediop).

Se le borse apprezzano, i mercati del credito appaiono più prudenti così come quelli obbligazionari, anche se a fine giornata lo spread tra Btp italiani e Bund tedeschi sui 10 anni scende a 348,8 punti contro i 352,5 della chiusura di venerdì scorso, ma solo perché le perdite sul Bund (rendimento che torna al 2,08% dal 2% precedente) sono oggi superiore a quelle dei titoli italiani (4 punti base, rendimento che sale al 5,56% dal 5,52% di venerdì) e spagnoli (che vedono lo spread calare a 290,7 punti base). Nel frattempo anche analisti e gestori cercano di trovare il bandolo della matassa, ma a prevalere sembra la prudenza quando non lo scetticismo: i più diretti sono gli esperti di Pimco (Pacific investment management company), società che gestisce il maggior fondo obbligazionario al mondo, il cui responsabile del portafoglio obbligazionario Europa, Andrew Balls, spiega all’agenzia Bloomberg che gli sforzi fin qui fatti dalle autorità europee per rassicurare i mercati obbligazionari restano insufficienti ed è quindi prematuro tornare ad acquistare titoli di stato di Eurolandia.

Sembrano voler vedere i soldi sul tavolo prima di azzardare qualche nuovo investimento anche i gestori di Swisscanto: in una nota in cui ricordano come i timori che la crisi del debito europea possa subire una escalation continuino a pesare sui mercati gli esperti, nonostante le valutazioni “molto vantaggiose” soprattutto delle azioni europee, affermano di voler rimanere “prudenti a causa delle forti incertezze economiche e politiche”. Anche per i gestori di Swisscanto le misure fin qui adottate dai governi europei “non sono sufficienti, perché non si tratta più solo della Grecia ma di impedire un allargamento delle situazioni critiche”. Accanto alla crisi del debito vi è una crisi della crescita e della competitività, per cui “risultano insufficienti gli interventi di risparmio che non vengono accompagnati da misure aggiuntive per favorire la crescita”. Misure di cui per il momento nonostante le ripetute rassicurazioni non si nota traccia neppure in Italia.

Nel Belpaese, semmai, fa discutere il dato, anomalo, della produzione industriale risalita in agosto su base destagionalizzata del 4,3% rispetto a luglio. Una variazione del tutto disallineata non solo dalle attese di consensus (che oscillavano attorno allo 0,2% di rialzo) ma anche dal dato medio del trimestre giugno-agosto in cui l’indice mostra un più contenuto guadagno dello 0,7% rispetto al trimestre immediatamente precedente. Meglio sarebbe dunque non cullarsi troppo nell’illusione che la crisi sia ormai finita perché prima o poi qualche soluzione alla crisi del debito la si troverà e perché un singolo dato macro sembra benaugurante per l’asfittica ripresa economica italiana. Del resto già l’indicatore guida dell’Ocse non sembra altrettanto positivo e segnala un calo sempre in agosto di 0,5 punti rispetto al mese precedente e di 0,9 punti su base annua. Anche peggiore l’indicazione per l’Italia che vede il superindice calare (si tratta della quinta variazione negativa consecutiva) di 1,1 punti dal mese precedente, a 97,9 punti contro i 100,8 punti dell’area Ocse, mentre su base annua la variazione negativa è pari a 5,5 punti. Padroni naturalmente di credere che il futuro sia roseo per l’economia come per la borsa (personalmente ci auguriamo di avere quanto prima un motivo per unirci al coro dei supporter del “peggio dietro le spalle”), ma il rischio a cullarsi troppo in sogni piacevoli è di doversi poi confrontare con una realtà molto meno rassicurante, per la quale magari non ci si sarà preparati per tempo. Così per ora non possiamo che suggerire: prudenza.

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Luca Spoldi nasce ad Alessandria nel 1967. Dopo la laurea in Bocconi è stato analista finanziario (è socio Aiaf dal 1998) e gestore di fondi comuni e gestioni patrimoniali a Milano e Napoli. Nel 2002 ha vinto il Premio Marrama per i risultati ottenuti dalla sua società, 6 In Rete Consulting. Autore di articoli e pubblicazioni economiche, è stato docente di Economia e Organizzazione al Politecnico di Napoli dal 2002 al 2009. Appassionato del web2.0 ha fondato e dirige il sito www.mondivirtuali.it.
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