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Berlusconi sul sequestro Spinelli: “Non ho pagato nessun riscatto”

E’ il Corriere della Sera a riferirlo in merito ad alcune dichiarazioni degli uomini del Pdl più vicini al Cavaliere. Eppure, una sua dichiarazioni ufficiale è attesa da tutti. Ma ci sarebbe qualcosa che lo turba.
A cura di Biagio Chiariello
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E' una strana storia quella del sequestro Spinelli. Molti sono i punti interrogativi sospesi sul rapimento lampo del fedelissimo ragioniere di Berlusconi. Spetterà alla magistratura dissipare i dubbi. Ma nell'attesa si fanno ipotesi e congetture su quanto accaduto in quelle 11 ore a casa Spinelli coi due coniugi in balia dei rapitori e sopratutto sulle 36 ore successive al sequestro. Già, perché tutto questo tempo da parte dei legali del Cavaliere prima di mettere al corrente la Procura su quanto accaduto? E poi ci sono quei 35 milioni richiesti da rapitori in cambio di documenti scottanti per «rovinare» Carlo De Benedetti. I pm non hanno escluso che Berlusconi abbia già potuto una «grossa somma in denaro». E ancora, lo stesso ex premier nei giorni del sequestro annullò «per motivi di salute» due impegni di lavoro (una cena con Monti e il congresso del Ppe a Bucarest). Insomma, gli ingredienti per una inquietante spy story ci sono tutti. I media e l'immaginario collettivo creatosi intorno alla figura del Cav. da circa 24 ore stanno facendo il resto. E Berlusconi cosa dice? Il Corriere della Sera scrive che:

Da Palazzo Grazioli smentiscono decisamente che si possano fare congetture: «Si sapeva da due giorni prima che Berlusconi non sarebbe andato a Bucarest». Ma al di là della rabbia, la condanna al processo Mediaset, il processo Ruby ancora in corso, ora questo caso che si annuncia molto più intricato e spinoso di come pure già appare a prima vista, non possono che fiaccare lo spirito del Cavaliere che pure – dice chi gli è vicino – si dice «estraneo ad ogni pagamento», ad ogni atto illecito di qualsiasi natura, lontano anni luce da qualsivoglia connivenza, semmai vittima di un tentativo di raggiro.

In ogni caso Berlusconi sarà sentito quasi certamente dalla Procura milanese. Ilda Boccassini, entrerà nuovamente in azione. E a proposito del procuratore aggiunto di Milano, oggi assume un significato del tutto particolare anche quella stretta di mano durante l'udienza del processo Ruby del 19 ottobre 2012. Berlusconi entra in aula e dimostra la sua apertura nei confronti della sua antagonista di sempre che già stava indagando sul caso del sequestro Spinelli. Mai nessuno avrebbe immaginato quanto era accaduto nei due/tre giorni precedenti. Anche Paola di Caro lo scrive sul Corsera:«Mai Berlusconi ha accennato nemmeno vagamente all'episodio, che non è apparso preoccupato per vicende che non fossero quelle note, dal destino delle sue aziende al Milan, da un Pdl che lo delude sempre più ai processi».

Ma il discorso potrebbe essere più complesso. E' probabile che Berlusconi in quei giorni aveva in mente solo la sua tanto vociferata ridiscesa in campo. E non è escluso che ci stia pensando ancora: «c'è chi giura – scrive il Corriere – che il suo silenzio di questi giorni è dovuto all'attesa del risultato delle primarie del Pd, perché se vincesse al primo turno Bersani allora il grande capo potrebbe sparigliare e annunciare seduta stante, già lunedì prossimo, il suo ritorno in campo, altri si dicono certi che non avverrà nulla di tutto questo».

«Sono mesi che si parla del suo ritorno in campo, di una lista pronta a partire, e sono mesi che non succede niente», dice un big di via dell'Umiltà. E ancora due giorni fa, prima di questa ultima tempesta, lo descrivevano «sempre meno orientato a tornare sulla scena da protagonista».

Se il clima è questo, se i problemi che si trova ad affrontare sono così pesanti, si capiscono anche le fughe a Malindi, la lontananza da Roma. Oggi il Cavaliere era atteso nella Capitale, c'è da decidere il destino delle primarie, ma molto probabilmente non arriverà. E a rischio è considerato anche l'ufficio di Presidenza che lui stesso dovrebbe convocare per domani. Da capire resta se è più la rabbia di dimostrare le proprie ragioni e spazzare via i sospetti o il malumore per il continuo affastellarsi di problemi. Mentre il partito aspetta in silenzio, quasi con il cuore in gola, ogni possibile sviluppo

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