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Opinioni

Berlusconi lascia il Parlamento ma il berlusconismo non lascerà gli italiani

E’ giunto il momento di dire a noi stessi che i nostri aerei, i nostri treni, le nostre metro fanno schifo perché per vent’anni abbiamo creduto nell’idea che gli anni 80 non fossero mai finiti, che Milano era ancora la “Milano da Bere” e Roma la capitale del turismo. Dai sogni è difficile svegliarsi, per questo, oggi, in molti, crederanno che quello che racconta Berlusconi è “il migliore dei mondi possibili”
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Si chiude oggi la carriere politica di Silvio Berlusconi. Si chiude dopo vent'anni di cui 10 spesi da Presidente del Consiglio. In questi vent'anni ha vinto 3 elezioni politiche; 3 elezioni europee; 5 scudetti; 3 Champions League; 1 Coppa Italia; 4 Supercoppe Italiane e 2 Supercoppe europee. Ha vinto in Lombardia, in Piemonte, nel Lazio, nel Veneto, in Sicilia, in Campania, in Molise, in Calabria e in Sardegna. Ha vinto a Milano e a Roma. Ha vinto San Remo.

Berlusconi ha vinto perché per vent'anni i suoi programmi hanno battuto quelli della Rai.

Berlusconi ha vinto perché per vent'anni ha saputo parlare agli italiani.

Berlusconi ha vinto perché per vent'anni è stato l'Italia.

E' stato l'Italia che vinceva: in tv e all'estero.

Ha coltivato gli istinti degli italiani ma anche i loro sogni. Ha fatto credere a 60 milioni di persone che gli anni '80 non fossero mai finiti. Che Milano era ancora la "Milano da bere". Che Roma era ancora la capitale del turismo mondiale e che il nostro campionato fosse ancora “il più bello del mondo”. Non era vero ma per molti era più facile sognare che affrontare la triste realtà di un paese decadente.

Ha saputo cristallizzare il tempo in attimo eterno. Con le sue televisioni, con i suoi programmi ha fermato il tempo degli italiani. Con il botox e la chirurgia estetica ha cercato di fermare il suo di tempo.

Ha isolato l'Italia dal resto del mondo. Ha parlato a quelli che non viaggiavano, non usavano la rete, non si confrontavano con l'altro convincendoli a non viaggiare, a non usare il web a non confrontarsi con l'altro perché il suo era “il migliore dei mondi possibili”.

Ha avuto paura della modernità e ha trasmesso la sua paura all'Italia. Ha isolato gli italiani che non potevano permettersi di uscire dal paese, dal resto del mondo. Li ha spaventati del diverso. Li ha resi razzisti. Li ha incoraggiati a rimanere ignoranti, come neanche Totò in Miseria e Nobiltà.

Ha demonizzato Go-o-gle tanto da renderlo il nemico pubblico numero uno anche per molti giornali. Ha demonizzato internet. Quella rete che non poteva controllare. Ha costretto YouTube a non pubblicare i video delle sue televisioni perché non avrebbe più avuto modo di censurare ciò che non gli era gradito.

Ha trasformato l'Italia in un grande feudo con uno di stuolo di vassalli pronto a “prostituirsi” pur di entrare a corte.

Berlusconi ha cambiato l'Italia e gli italiani. E' stato la cultura di questo paese. E' stato l'editore degli scrittori che lo attaccano. E' stato il padrone dei giornalisti che lo denigrano. E' stato l'Italia.

Da oggi non è più Senatore, non è più Cavaliere, il suo Milan non vince più e anche la De Filippi l'ha abbandonato. Le sue bugie non fanno più presa perché la crisi è arrivata e ci ha messo di fronte alla fine degli anni '80. La crisi ha messo in luce quanto facciano schifo le nostre metro, i nostri treni, i nostri arei, le nostre scuole. La crisi ha messo a nudo le sue bugie che ci volevano migliori degli altri. La crisi ha messo fine allo strapotere della TV, rendendola più povera.

La crisi ha spazzato i giornali e le televisioni, ha trasformato il mondo che lui voleva cristallizzare e dinanzi a questo cambiamento anche i più scettici hanno dovuto arrendersi e ammettere che le sue erano solo bugie e che fuori dal suo feudo non c'è l'orrore che lui descriveva ma un mondo che in questi vent'anni è cambiato come non mai.

Chi in questi anni ha visto solo le sue televisioni, chi non è mai andato all'estero continuerà a credere alle sue promesse. Il berlusconismo rimarrà ancora in questa fetta d'Italia. Quella fetta che trasmetterà ai proprio figli il terrore per il diverso e la leggenda dell' "unto dal signore". Molti italiani crederanno, ancora a lungo, alle sue bugie.

Per tutti gli altri è giunto il momento di aprire gli occhi e guardare l'abisso nel quale siamo sprofondati.

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Ex direttore d'AgoraVox, già professore di Brand Strategy e Comunicazione Pubblicitaria Internazionale presso  GES -  Grandes Écoles Spécialisées di Parigi. Ex Direttore di Fanpage.it, oggi Direttore di Deepinto.
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