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Banca Carige, Giovanni Tria: “Stesso intervento del 2016, anche con Mps non fu un salvataggio”

Il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, conferma quanto finora emerso sul decreto per Banca Carige: si tratta di un intervento uguale a quello del 2016 varato dal governo Gentiloni, analogo a quanto previsto per Mps: “La qualificazione come intervento di salvataggio non è appropriata per Carige così come non lo era per Mps”.
A cura di Stefano Rizzuti
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Non è un intervento di salvataggio e si tratta di un’operazione uguale a quella avviata nel 2016 dal governo Gentiloni. Parola del ministro dell’Economia, Giovanni Tria. Quanto fatto dal governo con l’approvazione del decreto su Banca Carige  ricalca quindi l’operazione decisa poco più di due anni fa dal governo guidato da Paolo Gentiloni, come confermato anche da chi ha proposto questa misura in Consiglio dei ministri insieme al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. Tria, rispondendo al question time alla Camera dei deputati, spiega in cosa consiste la ricapitalizzazione precauzionale prevista dal decreto: “È uno strumento di rafforzamento patrimoniale. La qualificazione come intervento di salvataggio suggerita dagli interroganti non è appropriata per Carige così come non lo era per Mps perché possono beneficiare di una ricapitalizzazione precauzionale solo banche considerate solventi”. Così il ministro conferma le similitudini tra il decreto approvato dal governo e quello del 2016, smentendo la linea finora adottata dal Movimento 5 Stelle con le critiche rivolte in passato al provvedimento su Mps.

La ricapitalizzazione precauzionale per Banca Carige

Tria spiega come la ricapitalizzazione precauzionale sia “volta ad assicurare la conformità ai requisiti patrimoniali anche in scenari ipotetici di particolare severità e altamente improbabili, i cosiddetti scenari avversi. Non si tratta quindi di perdite attuali ma di carenze di capitali che si potrebbero verificare qualora quelle situazioni avverse si verificassero. È comunque opportuno ricordare che una ricapitalizzazione precauzionale comporta la presentazione e l’attuazione di un piano di ristrutturazione volto a ripristinare un adeguato livello di redditività nel lungo termine”.

Il governo assicura il massimo impegno, garantendo attraverso le parole di Tria di fare “quanto necessario con le modalità più opportune per la salvaguardia dei risparmiatori e del tessuto economico di riferimento, in coerenza con il quadro normativo dell'Ue”. Quella della ricapitalizzazione precauzionale è comunque “un’operazione temporanea”, poiché la “partecipazione di controllo deve essere dismessa al termine del periodo di ristrutturazione concesso”. Sarebbe quindi una “nazionalizzazione a termine”. Per quanto riguarda la garanzia sulle passività, l’obiettivo è “stabilizzare ove necessario la situazione della banca: in questo modo si assicurano ai commissari le soluzioni necessarie a portare avanti le iniziative già comunicate nei giorni scorsi e in particolare la ricerca di eventuali partner per implementare l'aggregazione richiesta dall'autorità di vigilanza".

La soluzione di mercato e le analogie con il 2016

Ad oggi non è possibile stabilire, secondo il ministro dell’Economia, se ci sarà un’esigenza di intervento perché per il governo la strada preferibile da percorrere è quella della soluzione di mercato. Tria, inoltre, ricorda come il supporto alla liquidità previsto dal decreto sia “uno strumento già utilizzato in Italia in molteplici occasioni”. Difatti, il decreto “è analogo al decreto legge del 2016: è così infatti poiché non è cambiata la cornice normativa europea in cui il supporto alla liquidità si iscrive”.

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