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Aumento dell’Iva: Saccomanni minaccia le dimissioni se non verrà fatto

Il ministro dell’economia non intende mettere a rischio il raggiungimento dell’obiettivo deficit al 3% del Pil: l’aumento dell’Iva servirebbe a garantire la copertura dell’Imu.
A cura di D. F.
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Se il governo non dovesse andare in crisi per la decadenza di Berlusconi, potrebbero essere le questioni economiche a metterlo in seria difficoltà: in particolare l'aumento dell'Iva, osteggiato dal Pdl ma considerato inevitabile da una parte del Pd e soprattutto dal Ministro dell'Economia, che non ha nessuna intenzione di mettere a rischio il raggiungimento dell’obiettivo deficit al 3% del Pil. Per questo, ha persino minacciato le dimissioni. Ma l'aumento dell'Iva, che dovrebbe scattare sa ottobre, vede anche nel centrosinistra alcuni oppositori, come il viceministro Stefano Fassina che, insieme a molti renziani, ha proposto di rivedere il capitolo Imu, magari tornando al piano di far pagare il 10% di contribuenti più facoltosi per finanziare il miliardo da qui alla fine dell’anno e i 4 del 2013, quanto costerebbe la sterilizzazione dell’aumento dell’imposta. Saccomanni il pasticcio Imu non lo ha ancora digerito, un dejà vu sull’Iva sarebbe troppo. Il presidente del Consiglio Letta è d’accordo.

Sempre sull'Imu è intervenuto pochi giorni fa anche Olli Rehn, che ha espresso tutta la perplessità della Commissione Europea: la presa di posizione del diplomatico, però, non è piaciuta a Maurizio Gasparri, che ha parlato di persona non gradita e segnalato come le larghe intese rischino di precipitare proprio sui temi economici. In fondo lo ha confermato anche Berlusconi ieri nel video messaggio: non saranno le questioni giudiziarie ad aprire una crisi di governo.

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