Zoe Guaiti uccisa in poche ore dall’Escherichia coli al sesto mese di gravidanza: “Pollo contaminato”

Non latte crudo, come si temeva, ma pollo contaminato da Escherichia coli, così sarebbe morta Zoe Anne Guaiti, la 39enne trentina deceduta improvvisamente al sesto mese di gravidanza lo scorso 5 maggio all’ospedale Santa Chiara di Trento. È quanto ha spiegato il legale della famiglia della donna dopo i risultati dell’autopsia sul corpo della mamma che attendeva il terzo figlio.
Secondo l’esame post mortem, disposto dalla magistratura dopo la denuncia dei parenti, nella morte della 39enne non ci sarebbe nessun ruolo dei medici che l’avevano presa in cura. I parenti infatti avevano chiesto di fare luce anche sull’operato dei medici per quella morte tanto improvvisa quanto inattesa in una donna sana e che non aveva altre patologie pregresse. Un decesso avvenuto in poche ore nonostante la disperata corsa in ospedale con l’elicottero e i tentativi dei medici di salvarla.
Infezione fulminante dovuta al batterio Escherichia coli
Secondo l’autopsia, la 39enne di Arco è stata colpita da un’infezione fulminante dovuta al batterio Escherichia coli che si è palesato con un ceppo particolarmente virulento che ha resistito anche alla terapia antibiotica messa in atto dai medici. Esclusa dunque la responsabilità dei sanitari che avrebbero messo in atto tutte le procedure per salvare donne e feto ma purtroppo senza riuscirci.
La donna è andata in arresto cardiocircolatorio durante gli interventi dei medici all’ospedale Santa Chiara di Trento. L’autopsia ha confermato ciò che la direzione sanitaria aveva già spiegato dopo il decesso e cioè che “l’evento che ha portato al decesso della signora sia riconducibile a uno shock settico iperacuto, con un'evoluzione rapidissima e non responsivo al trattamento medico e rianimatorio multidisciplinare ad alta intensità, prontamente messo in atto dai nostri sanitari”.
Pollo infetto che la donna avrebbe mangiato o maneggiato
Sin dal primo momento di era pensato all’Escherichia coli ipotizzando una contaminazione nel latte crudo ma in realtà il batterio era presente in un pollo infetto che la donna avrebbe mangiato o maneggiato per cucinarlo. “Non si sa se l’ha mangiato o ha avuto un contatto anche solo con le mani” ha spiegato l’avvocato
“Non ci sono responsabilità dei sanitari dell’ospedale di Trento, l’intervento dei medici è stato tempestivo, gli antibiotici non hanno avuto alcun effetto su Zoe e non avrebbero potuto fare niente” ha confermato l’avvocato della famiglia della donna al Corriere del Trentino, aggiungendo: “Non cercavano un colpevole ma Zoe era una donna sana, non ha mai sofferto di particolari patologie ed ha perso la vita nel giro di dodici ore”.