Zangrillo: “Vaccino? Lo farò solo quando arriverà nel mio ospedale, non partecipo a passerelle”

Lo aveva già nel giorno in cui è stato presentato il V-Day lombardo, il 23 dicembre. E Alberto Zangrillo, primario di rianimazione dell’ospedale San Raffaele, è stato di parola: "Mi vaccinerò insieme ai miei colleghi quando sarà disponibile il vaccino". Niente iniezione scudo all'ospedale Niguarda di Milano per il prorettore dell'università Vita-Salute e primario di anestesia e rianimazione dell'Irccs di via Olgettina. L'appuntamento con il vaccino è comunque solo rimandato, perché il primario, come confermato oggi, preferisce condividere il suo personale V-Day con i colleghi del suo ospedale. "Perché voglio evitare strumentalizzazioni", aveva chiarito subito, confermando anche oggi di "non volere passerelle".
Zangrillo comunque sarà tra le prime persone vaccinate in Lombardia, insieme ad altri volti noti della scienza e della medicina, tra cui Massimo Galli, e ai presidenti degli ordini dei medici e degli infermieri e a due lavoratrici dell'ospedale Niguarda, rappresentanti delle Croci. Tra le figure in prima linea indicate come i primi a riceverlo ci sono, tra gli altri, anche l’operatrice Oss Adele Gelfo e l’addetta alle pulizie Grazia Presta, entrambe impiegate al Niguarda. Tra primi i medici invece ci sono Fabrizio Pregliasco, Giuseppe Remuzzi, Antonio Pesenti, Sergio Harari, Annalisa Malara, l’anestesista che intuì cosa avesse Mattia, il paziente 1, e rompendo i protocolli chiese il tampone. Con loro anche Giuseppe De Donno a Mantova e Raffaele Bruno a Pavia.
Fare il vaccino contro il Covid-19 "è assolutamente necessario" e quindi "lo vado a fare senza se e senza ma", ha detto il professor Galli, direttore delle Malattie infettive dell'ospedale Sacco di Milano, intervistato poco prima di ricevere la vaccinazione all'ospedale Niguarda.