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Zangrillo e il selfie senza mascherina all’aperto “per persone assennate”: scoppia la polemica

Il dottor Alberto Zangrillo, direttore dell’Unità operativa di anestesia e rianimazione generale del San Raffaele di Milano, torna al centro delle polemiche dopo aver dichiarato che il “virus è clinicamente in letargo”, per un selfie pubblicato sui propri canali social che lo ritrae senza mascherina: “Modalità all’aperto per persone assennate”.
A cura di Ida Artiaco
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Alberto Zangrillo, direttore dell'Unità operativa di anestesia e rianimazione generale del San Raffaele di Milano oltre che medico personale, tra gli altri, di Silvio Berlusconi, torna a far parlare di sé dopo aver detto che il "Coronavirus è andato clinicamente in letargo" dopo averlo giudicato "clinicamente morto" la scorsa estate. Questa volta al centro delle polemiche è finito per un selfie, che l'esperto ha condiviso sui propri canali social, e che lo ritrae senza mascherina all'aperto, ma con tanto di bandana e occhiali da sole. "Outdoor mode for sane people", letteralmente "Modalità all’aperto per persone assennate", aveva aggiunto per accompagnare l'immagine. In tanti tra i suoi followers hanno interpretato la foto come un messaggio sull'inutilità della mascherina all'aria aperta e questo, come spesso accade, ha scatenato il dibattito tra chi sostiene che il dispositivo anti Covid sia ancora necessario anche all'esterno e chi invece pensa che ormai sia una misura superflua. D'altronde, lo stesso Zangrillo non ha mai nascosto la sua posizione su questa questione.

"Quando sono in montagna su un sentiero in mezzo ai boschi e vedo una persona in lontananza con la mascherina penso che stia sviluppando una patologia psichiatrica", aveva detto recentemente Zangrillo in tv, ma sottolineando lo stesso concetto anche in una intervista a Un giorno da Pecora su Radio Rai. "Convivere col virus significa comportarsi con intelligenza e avere rispetto e responsabilità nei confronti degli altri. I giovani devono comportarsi con intelligenza, ma mentre parliamo ci sono migliaia di anziani terrorizzati, tramortiti, non escono di casa da 15 mesi. Se vedo una persona da sola sul Lungotevere alle 6 del mattino, mi viene da dire: ‘poveretta'. Mettiamo la mascherina quando entriamo in farmacia, in banca, al lavoro. Altrimenti, no. È la differenza – ha concluso – tra essere un popolo di beoti e un popolo di persone responsabili. Probabilmente facciamo più presa se pensiamo di controllare un gregge di beoti, io mi aspetto molto di più dai miei concittadini".

Quello dell'uso delle mascherine è ormai un tema all'ordine del giorno tra esperti e politici. Al momento non è prevista una decisione su quando potremo toglierle né il governo ne sta effettivamente discutendo. Ma nelle prossime settimane la questione potrebbe essere affrontata dal Comitato tecnico-scientifico, come anticipato negli scorsi giorni dal suo coordinatore, Franco Locatelli. Ci sono due condizioni che fanno ben sperare: la prima è il fatto che ormai gran parte del Paese è in zona bianca, la seconda riguarda le vaccinazioni. Secondo Pierpaolo Sileri, sottosegretario di Stato al Ministero della salute, sarebbe potuto bastare addirittura solamente il 50% di vaccinati con almeno una dose per eliminare l’obbligo all’aperto. Al chiuso, invece, l’obbligo sembra dover restare ancora per un po'.

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