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Zangrillo ci riprova: “Il virus è in letargo”. Un anno fa disse che era “clinicamente morto”

Alberto Zangrillo, direttore del reparto di terapia intensiva del San Raffaele: “Questa mattina il Pronto soccorso del San Raffaele era pieno di pazienti con altre malattie, non esistono fortunatamente pazienti con insufficienza respiratoria da Sars-CoV-2. Questo per me vuol dire che il virus è clinicamente… in letargo”.
A cura di Davide Falcioni
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Un anno fa disse con sicurezza che il coronavirus era "clinicamente morto". Ieri il professor Alberto Zangrillo, direttore della Terapia intensiva del San Raffaele di Milano, memore di quello che sarebbe accaduto dopo quella dichiarazione probabilmente avventata, è tornato a sminuire la pericolosità del Sars-Cov-2, stavolta sostenendo che "è in letargo". Intervistato dalla trasmissione ‘Un giorno da pecora' su Rai Radio 1, il medico ha spiegato: "Questa mattina il Pronto soccorso del San Raffaele era pieno di pazienti con altre malattie, non esistono fortunatamente pazienti con insufficienza respiratoria da Sars-CoV-2. Questo per me vuol dire che il virus è clinicamente… in letargo. Vogliamo dirla così? Può darsi che si risvegli? Speriamo di no". Zangrillo ha quindi aggiunto: "Il virus esiste come esistono centinaia di virus. Adesso stiamo cercando questo, quindi troviamo questo, però se ne cercassimo altri ne troveremmo altri e quello che è certo è che dobbiamo affrontarlo con attenzione, evitando di fare le cassandre, ma anche di fare degli indovini".

C'è però una cosa di cui Zangrillo è assolutamente certo, cioè che non ha senso indossare una mascherina all’aperto soprattutto in casi dove non c’è alcun affollamento. “Negli ultimi giorni ho scosso la testa quando mi è capitato di incontrare persone che in mezzo al bosco, in un sentiero lungo il corso di un fiume, avvicinandomi mettevano la mascherina terrorizzati perché arrivava l’untore” ha raccontato il primario del San Raffaele, aggiungendo: “Alberto Zangrillo vi dice che non hanno alcun senso. Questo è un modo di vivere che non ci porta a quella consapevolezza, a quell’equilibrio mentale e psicologico dell’evidenza, dell’obiettività, dell’informazione corretta. Senza questa informazione corretta saremo tutti un popolo di beoti che segue chi la spara più grossa”. In realtà già ora la legge prevede che "nei casi in cui, per le caratteristiche del luogo o per le circostanze di fatto, sia garantita in modo continuativo la condizione di isolamento rispetto a persone non conviventi" la mascherina possa essere tolta.

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