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Wurstel Fiorucci ritirati dal mercato per possibile presenza di salmonella, l’allerta del Ministero

Il prodotto interessato dal richiamo e un lotto di Wurstel con pollo e tacchino venduti a marchio “Pollì” e confezionati da Fiorucci nel proprio stabilimento.
A cura di Antonio Palma
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Un lotto di wurstel Fiorucci è stato ritirato dal mercato per possibile presenza di salmonella. A darne notizia è il Ministero della salute attraverso la sezione del proprio portale web dedicata agli Avvisi di sicurezza e ai Richiami di prodotti alimentari da parte degli operatori. Il prodotto interessato dal richiamo sono i Wurstel con pollo e tacchino venduti a marchio "Pollì". Nel dettaglio, il ritiro dai banchi frigo di negozi alimentari e supermercati riguarda un lotto dei Wurstel Pollì venduti in confezione da 3 per 100 grammi. Come spiega l'avviso di allerta alimentare datato 9 maggio ma pubblicato oggi 10 maggio, le confezioni dei "Wurstel Pollì Mpack 3×100 gr" oggetto del richiamo sono state prodotte dalla società Cesare Fiorucci Spa nel proprio stabilimento di Santa Palomba a Pomezia, nella città metropolitana di Roma.

Le confezioni interessate dal richiamo sono quelle con il lotto numero 226004800 con scadenza fissata al 27 giugno 2022. Il motivo del richiamo è la possibile presenza nel prodotto di salmonella spp. Si tratta ovviamente di un richiamo a scopo precauzionale dell'intero lotto disposto dallo stesso produttore ma chi avesse acquistato le confezioni sopra indicate è pregato di non consumare i wurstel.

La salmonella è l’agente batterico più comunemente isolato in caso di infezioni trasmesse da alimenti, sia sporadiche che epidemiche. Come spiega l'Iss, Le salmonelle non tifoidee, responsabili di oltre il 50% del totale delle infezioni gastrointestinali, sono una delle cause più frequenti di tossinfezioni alimentari nel mondo industrializzato. Le infezioni da Salmonella spp. possono verificarsi nell’uomo e negli animali domestici e da cortile e selvatici- I principali serbatoi dell’infezione sono rappresentati dagli animali e i loro derivati (come carne, uova e latte consumati crudi o non pastorizzati) e l’ambiente (acque non potabili) rappresentano i veicoli di infezione.

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