Voleva far arrestare il marito dell’amante: condannato il magistrato Vincenzo Ferrigno

Chiese illegittimamente gli arresti domiciliari per il marito della sua amante: per questo il magistrato Vincenzo Ferrigno è stato condannato a otto mesi di reclusione – pena sospesa – dal Tribunale di Genova con l'accusa di abuso d'ufficio, risalente al periodo in cui era sostituto procuratore a Firenze.
I fatti risalgono al 2015 e 2016. Una donna aveva denunciato il marito sostenendo di essere stata minacciata di morte e maltrattata. Il fascicolo venne assegnato a Ferrigno, che in un primo momento non ritenne esistessero elementi per sostenere l'accusa chiedendo per due volte l'archiviazione del procedimento. Il gip, però, ordinò nuovi accertamenti: fu in quel momento che il Ferrigno conobbe meglio la donna, dopo averla interrogata in Procura. Da quel momento il pm chiese gli arresti domiciliari per il marito della signora, ribaltando completamente la sua iniziale tesi di innocenza rispetto all'uomo.
Quest'ultimo, dal canto suo, si convinse che il pubblico ministero e l'ex moglie avevano una relazione, e la fece documentare da un investigatore privato. Subito dopo gli avvocati del medico, Francesco Ceccherini e Massimiliano Manzo, presentarono una denuncia contro il magistrato. Nel gennaio due anni fa persino il ministero della Giustizia volle vederci chiaro avviando, tramite l'ispettorato, gli accertamenti preliminari per condurre delle verifiche sul caso.
Nei giorni scorsi è arrivata la condanna per Ferrigno: "Siamo molto contenti e soddisfatti, è una sentenza che ristabilisce la giustizia con la ‘G' maiuscola", ha commentato l'avvocato Massimiliano Manzo. "A volte – ha proseguito il legale – i magistrati possono essere colpiti da delirio di onnipotenza, questa è una sentenza che funzionerà da monito per il futuro. Il mio cliente – ha aggiunto – è commosso per la notizia della condanna".