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Vetril negli occhi per allontanare la cliente: “Almeno ti allontani con le malattie che porti qua”

Una 43enne di Trepuzzi (Lecce) è accusata di violenza privata e lesioni personali aggravate da odio etnico-razziale per quanto accaduto nella sua cartolibreria nel marzo del 2021. La presunta vittiama, una 28enne colombiana, ha chiesto un risarcimento per danni morali pari a 10 mila euro,
A cura di Biagio Chiariello
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 “Io non sono tua sorella, prendi le tue cose e vai a fare l’operazione al tabacchino qui vicino che fa lo stesso servizio”. E ancora: “Almeno ti allontani, che con le malattie che porti qua…”. Sono solo alcuni degli improperi proferiti nei confronti di una cliente di nazionalità colombiana da una commessa di una cartoleria di Lecce che poi, non contento, ha impugnato un flacole di vetril spruzzandole il liquido negli occhi e procurandole un’irritazione refertata dal pronto soccorso con una prognosi di sette giorni.

Era il 25 marzo dello scorso anno. Il pm Alessandro Prontera, che ha coordinato le indagini dopo la denuncia della vittima, aveva ritenuto le parole discriminatorie e  chiesto il rinvio a giudizio per la commessa, una 43enne di Trepuzzi, accusata di violenza privata e lesioni personali aggravate da odio etnico-razziale.

In mattinata si è tenuta  l’udienza preliminare, durante la quale la 28enne colombiana ha chiesto un risarcimento per danni morali pari a 10 mila euro, come riporta Telerama news.

Secondo quanto ricostruito, la ragazza si era recata alla cartolibreria per usufruire del servizio MoneyGram che l’esercizio offriva e, tramite questo, inviare del denaro ai familiari. Ma l’accoglienza ricevuta non è stata delle migliori.

Difesa dall’avvocato Lucia Longo, la donna ha raccontato di essere stata messa alla porta, invitata ad andare altrove, ignorata mentre altri clienti in fila dopo di lei venivano invitati a passare avanti, ingiuriata e definita "prostituta". Poi gli spruzzi di Vetril, finiti negli occhi, e in Pronto Soccorso le è stata diagnosticata un’irritazione con una prognosi di sette giorni.

La giovane, che ha ripreso parte della scena con il suo cellulare, ha spiegato che tutta la situazione le avrebbe "provocato un forte stato d’ansia e crisi di pianto".

La Giudice ha disposto il rinvio a giudizio della 43enne davanti alla prima Sezione de Tribunale per il prossimo 2 maggio.

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