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Verona: troppe salme e celle frigo piene, all’ospedale arriva un container esterno per i morti

Il container frigo per le salme davanti all’ospedale di Legnago ha fatto scoppiare un’ulteriore caso a Verona, prima provincia in Veneto per numero di contagi Covid. Davanti al pronto soccorso è stato montato perfino un ospedale da campo dai militari del Terzo Stormo dell’Aeronautica di base a Villafranca per cercare di dare un po’ di ossigeno a medici e infermieri.
A cura di Biagio Chiariello
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Troppe salme all’obitorio. All’ospedale di Legnago, nel Veronese, arriva una cella frigorifera per accogliere i corpi che non trovano posto nelle celle mortuarie, ormai sature, purtroppo. Di fronte alla seconda ondata di contagi da Coronavirus, che ha investito in maniera massiccia anche la Bassa, il Pronto Soccorso del nosocomio veronese ‘Mater salutis' si è trovato di fronte ad una situazione ingestibile, con i posti letto per malati di Covid che sono arrivati al 207% di quelli che erano previsti da Ulss 9 e Regione (dato Quotidiano Sanità) e dove, tra venerdì e domenica sera, è stato montato perfino un ospedale da campo dai militari del Terzo Stormo dell'Aeronautica di base a Villafranca per cercare di dare un po' di ossigeno al Pronto soccorso.

Così l’azienda sanitaria ha pensato di collocare un container-frigo all’esterno dell’obitorio del polo sanitario di via Gianella. Già sono due le salme collocate all'interno, in attesa della loro partenza alla volta degli impianti crematori o direttamente al cimitero per la sepoltura. La soluzione sembra comunque aver funzionato, visto che non si sono segnalati disagi o disservizi tra gli addetti delle imprese di pompe funebri.

Ma come detto, il problema dell’incremento delle salme custodite all’ospedale di Legnago è solo l’ultimo caso di una tutta una serie di criticità che riguardano la provincia di Verona dove i bollettini la confermano come la prima in Veneto per numero di contagi. La stessa tendostruttura non sarà una soluzione definitiva al problema, fintanto che l’ospedale legnaghese dovrà far fronte ad una mole di contagi da Coronavirus come quella attuale, accanto alle normali patologie.

"Al momento abbiamo raggiunto la saturazione, tutte le terapie intensive sono piene di pazienti intubati – confermano al Pronto Soccorso di Legnago, il primario Francesco Pratticò ed il dottor Francesco Raineri al Gazzettino -. Abbiamo dovuto raddoppiare i posti letto inventandoci spazi anche dove non c'erano, mancano solo i ripostigli. Noi medici stiamo lavorando su 13-15 turni mensili da 12 ore ciascuno. Si tenga conto che per lavorare in condizioni ottimali di concentrazione e riposo non dovremmo superare i 12 turni. Stesse settimane di fuoco anche per gli infermieri. Arrivano pazienti in continuazione, con le ambulanze che escono e rientrano cariche, tutte insieme, senza sosta".

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