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Opinioni

Vent’anni fa a Genova avevano ragione i No Global, ma li avete pestati a sangue anziché ascoltarli

Dalla finanza tossica alle tasse alle multinazionali, dalle guerre imperialiste al clima: tutte le denunce e le proposte che i No Global fecero vent’anni fa a Genova si sono rivelate corrette, alla prova dei fatti e della Storia. Se anziché prenderli a manganellate fossero stati ascoltati, forse le cose sarebbero andate diversamente.
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Se vi dico Genova, G8, 2001 cosa vi viene in mente?
Esatto: Carlo Giuliani, la macelleria messicana nella scuola Diaz e nella caserma di Bolzaneto, la devastazione della città. Ma perché c’erano centinaia migliaia di persone che protestavano a Genova, il 20 e il 21 luglio del 2001?
E, soprattutto, cosa chiedevano?

Ecco, forse questo ce lo ricordiamo meno.
Oggi che sono passati vent’anni, però, forse è meglio rinfrescare la memoria.
Perché quelle ragazze e quei ragazzi, che allora chiamavate estremisti, terzomondisti, antimoderni avevano ragione su tutto.
Ma proprio tutto tutto.
E non lo dico io, eh.
Lo dicono quei potenti della terra che allora, vent’anni fa, erano asserragliati dentro la zona rossa.

Volete qualche esempio?

I No Global erano contro le multinazionali che producevano in Paesi a zero costo e a zero regole.
E tutti dicevano loro che non era vero, e che volevano frenare lo sviluppo del mondo.
Oggi ne parlano tutti. E qualche settimana fa ne ha parlato pure il presidente americano Joe Biden che ha detto che “anziché parlarne, dovremmo agire, rispondere al lavoro forzato nelle catene di approvvigionamento” dei prodotti che consumiamo.
Esattamente, quel che avrebbe detto un No Global, vent’anni fa.

I No Global erano anche contro la finanza speculativa, contro i paradisi fiscali e a favore di una tassa sulle transazioni finanziarie

Oggi, a quanto pare se ne sono accorti anche tutti gli altri.

Di quanto la finanza speculativa fosse una gigantesca bolla pronta ad esplodere ce ne siamo accorti tutti, dopo la gigantesca crisi del 2008 e la crisi dei debiti sovrani del 2012. Ma soprattutto, i Paesi del G7 si sono accorti che le multinazionali non pagano le tasse e hanno proposto una tassa minima globale del 15%.E il presidente Usa Joe Biden, a quanto pare, sta per finanziare il suo maxi piano di ripresa post Covid con una tassa dello 0,1% su tutte le transazioni finanziarie.
Tutte cose che vent’anni fa chiedevano i No Global.

Andiamo avanti.

I No Global erano anche contro l’imperialismo militare americano e la guerra al terrore in Afghanistan e, un paio d’anni dopo, in Iraq. Oggi, dopo vent’anni, abbiamo scoperto che la guerra in Iraq, che ha aiutato i terroristi anziché distruggerli, era stata costruita attorno a prove false. E dall’Afghanistan gli Usa se ne sono andati solo qualche giorno fa, con i Taliban ancora in pieno controllo del territorio. Ma chi lo diceva allora era amico dei terroristi e nemico dell’Occidente. Anche se aveva ragione.

Ancora.

I No Global erano per una Unione Europea democratica e sociale, fondata sui bisogni dei lavoratori e delle lavoratrici” e sulla solidarietà tra i popoli. Vent’anni dopo, e dopo una pandemia, all’Europa dell’austerità e dei tagli alla sanità non ci crede più nessuno. Anzi, proprio per rispondere alla pandemia, è stata la stessa Unione Europea a finanziare un piano da quasi 700 miliardi per la ripresa economica. Soldi che verranno spesi per investimenti pubblici, per la transizione ecologica, per la sanità, per la scuola.

Come chiedevano i No Global.

E infine, già che ci siamo e che abbiamo tutti negli occhi le alluvioni in Germania e gliincendi in California, i No Global, 20 anni fa, se la prendevano con gli Usa che avevano abbandonato i negoziati per l’accordo di Kyoto e chiedevano un accordo globale sul clima. Oggi, vent’anni dopo, l’Europa si è impegnata ad azzerare le emissioni entro il 2050 e gli Usa di Joe Biden, dopo essere rientrati negli accordi di Parigi, vogliono fare altrettanto.

Come chiedevano i No Global vent’anni fa.

Quelli che consideravate estremisti.
Quelli che prendevate a manganellate.
Quelli che avevano ragione.

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Francesco Cancellato è direttore responsabile del giornale online Fanpage.it e membro del board of directors dell'European Journalism Centre. Dal dicembre 2014 al settembre 2019 è stato direttore del quotidiano online Linkiesta.it. È autore di “Fattore G. Perché i tedeschi hanno ragione” (UBE, 2016), “Né sfruttati né bamboccioni. Risolvere la questione generazionale per salvare l’Italia” (Egea, 2018) e “Il Muro.15 storie dalla fine della guerra fredda” (Egea, 2019). Il suo ultimo libro è "Nel continente nero, la destra alla conquista dell'Europa" (Rizzoli, 2024).
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