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Veneto: si spaccia per medico, ma la paziente muore. Non si era mai laureato

Massimo Rossi, 37enne veneto, non ha mai conseguito la laurea in medicina ma a lungo ha visitato pazienti e prescritto farmaci, fino a quando una donna ha perso la vita. Rinviato a giudizio, ha fatto perdere le sue tracce fornendo un indirizzo falso e non nominando neppure un avvocato difensore.
A cura di Davide Falcioni
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Spacciandosi per medico chirurgo ha visitato e fornito consulenze sanitarie, fino a quando una "paziente" – amica della sua fidanzata – non ha perso le vita. E' in quel momento che il castello di menzogne costruito da Massimo Rossi, 37 anni, è crollato definitivamente: l'uomo non aveva mai conseguito la laurea e quindi aveva esercitato abusivamente la professione medica, finendo a processo. Il falso dottore è finito nei guai nel 2014. Stando a quanto accertato durante le indagini un'amica della sua compagna, sofferente di alcune patologie, si era rivolta a lui convinta che avrebbe tratto giovamento dalle terapie che le avrebbe prescritto. Rossi, dal canto suo, le aveva assegnato dei farmaci, che a quanto pare la donna non avrebbe fatto in tempo neppure a prendere essendo stata stroncata da un malore repentino. Come racconta il Corriere del Veneto ricostruendo la vicenda, "Rossi era presente, e si sarebbe qualificato come un medico, rifiutandosi però di compilare il certificato di morte". Circostanza che ha insospettito non poco i sanitari che hanno segnalato l'episodio ai carabinieri di Piombino Dese (Padova), i quali non ci hanno messo a scoprire che in effetti, quel certificato non avrebbe mai potuto firmarlo visto che Massimo Rossi non è medico.

Nel corso del processo sono stati numerosi i pazienti che – davanti ai giudici – hanno raccontato di essere stati sottoposti a visite mediche e di aver ricevuto prescrizioni di farmaci che Rossi faceva assumere senza essere mai diventato medico. Originario di Castelfranco Veneto, Rossi sarebbe attualmente residente in piazza San Marco, a Venezia, ma le verifiche hanno dimostrato che si tratta di un indirizzo fasullo. L'uomo risulta irreperibile e durante il processo è stato  il giudice a nominargli un legale d’ufficio, l’avvocato Paolo Bottoli, a cui spetterà il non facile compito di difendere il 37enne, sempre ammesso che lui si faccia trovare e diventi reperibile.

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