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Vede dei cinghiali davanti casa ed esce per spaventarli: anziano aggredito finisce in ospedale

Questa mattina l’83enne era uscito per spaventare dei cuccioli di cinghiale che si aggiravano nel campo davanti casa sua quando è stato aggredito da un esemplare di grossa taglia. Soccorso dal figlio, è stato portato al pronto soccorso di Vibo Valentia.
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Un signore di 83 anni è stato aggredito questa mattina da un cinghiale a poca distanza dalla sua abitazione, in provincia di Vibo Valentia, in Calabria.

L’incidente è avvenuto poco prima delle 7, nella frazione di Piani di Acquaro, piccolo comune calabrese con meno di 2.000 abitanti.

Le condizioni dell’uomo, trasferito in mattinata in ospedale per effettuare la profilassi e ulteriori accertamenti, non sono gravi.

L’aggressione è avvenuta di fronte alla casa del pensionato, nell’entroterra vibonese. L’abitazione dell’83enne, infatti, si affaccia su dei terreni di sua proprietà. È proprio lì che questa mattina si aggiravano alcuni cinghiali di piccole dimensioni.

L’uomo si sarebbe accorto della loro presenza dalla finestra della sua abitazione e sarebbe uscito di casa per cercare di spaventarli e farli così allontanare.

A quel punto, però, dalle vicinanze è sbucato un esemplare di grossa taglia che si è avventato contro l’anziano, attaccandolo a una gamba.

Fortunatamente, in quel momento in casa era presente il figlio dell’uomo che, attirato dalle urla del padre, è subito corso all’esterno mettendo in fuga il cinghiale.

L’uomo, finito a terra nell’impatto, è stato soccorso dal personale del 118 che lo ha poi trasportato al pronto soccorso di Vibo Valentia, a una trentina di chilometri, per l’apposita profilassi.

L’83enne del Vibonese non è in gravi condizioni, ma dovrà riprendersi dal grande spavento per l’inattesa aggressione.

Secondo i dati raccolti nel report pubblicato da Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) a gennaio 2023, in Italia i cinghiali avrebbero superato il milione e mezzo di esemplari, nel 2021.

Per contrastarne la diffusione senza controllo e i danni che ne conseguono, in primis nel campo dell’agricoltura, l’Ispra segnala che sono notevolmente aumentati anche i casi di abbattimento: nell’arco di tempo tra il 2015 e il 2021, sono stati abbattuti circa 300.000 esemplari l’anno, tra caccia ordinaria e interventi di controllo della fauna.

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