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Valanghe e inondazioni: quali sono le regioni più a rischio mortalità per eventi climatici estremi

Uno studio pubblicato dall’Enea individua in Italia le regioni più a rischio mortalità per eventi meteorologici e idrogeologici estremi in base alle vittime registrate dal 2003 al 2020 e ai comuni coinvolti. Nel nostro Paese oltre 8 milioni di abitanti direttamente esposti a fenomeni come frane, valanghe, tempeste e inondazioni.
A cura di Antonio Palma
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Oltre il 90% dei comuni italiani sono a rischio eventi climatici estremi come frane, valanghe, tempeste e inondazioni, con oltre 8 milioni di abitanti direttamente esposti a questi fenomeni, che negli ultimi anni sono notevolmente aumentati con un impatto drammatico sull’ambiente e sui territori. A ribadirlo è uno studio pubblicato dall'Enea che individua in Italia le regioni più a rischio mortalità per eventi meteorologici e idrogeologici estremi in base alle vittime registrate dal 2003 al 2020.

Nei 18 anni esaminati, l' Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile ha rilevato in totale 378 decessi dovuti a eventi meteorologici e idrologici estremi. Nel dettaglio, sono stati accertati 321 morti per frane e valanghe, 28 per temporali catastrofici e 29 per alluvioni. In base a questa triste conta delle vittime e ai comuni coinvolti, le Regioni con più rischio mortalità da eventi estremi sono risultate  Trentino-Alto Adige, Lombardia, Sicilia, Piemonte, Veneto e Abruzzo.

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Lo studio Enea, pubblicato sulla rivista Safety in extreme environment, segnala inoltre che i comuni interessati da casi di morte sono 247. Le regioni con il maggior numero di comuni coinvolti sono Lombardia e Trentino-Alto Adige (entrambi con 44 comuni), Piemonte (28 comuni), Veneto (23 comuni), Abruzzo ed Emilia-Romagna (entrambi con 12 comuni), e Calabria, Liguria e Sicilia (con 10 comuni ciascuna).

Nel dettaglio, le regioni con il maggior numero di decessi e di comuni coinvolti sono risultate quindi Trentino-Alto Adige (73 decessi e 44 comuni), Lombardia (55 decessi e 44 comuni), Sicilia (35 decessi e 10 comuni), Piemonte (34 decessi e 28 comuni), Veneto (29 decessi e 23 comuni) e Abruzzo (24 decessi e 12 comuni), con un alto numero di comuni a rischio riscontrato anche in Emilia-Romagna (12), Calabria (10) e Liguria (10). Tra le regioni ad alto rischio c’è anche la Val d’Aosta con 8 decessi, un numero elevato se si tiene conto degli abitanti complessivi.  Il Molise invece è l’unica regione senza casi di morte.

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Dallo studio emerge inoltre che circa il 50% dei 247 comuni italiani con almeno un decesso è costituito da centri montani o poco abitati, dove il rischio di mortalità associata a eventi meteo-idrogeologici estremi potrebbe essere connesso alla loro fragilità intrinseca e alle difficoltà degli interventi di soccorso. In base alla classificazione altimetrica ISTAT, il 32% dei comuni con casi di morte sono invece collinari e meno del 20% pianeggianti.

Come ricorda l'Enea, in Italia ci sono 1,3 milioni di abitanti in comuni a rischio frane e 6,9 milioni di abitanti a rischio inondazioni.  “Gli eventi meteo estremi stanno aumentando di frequenza e intensità a causa dei cambiamenti climatici, con conseguenze drammatiche su territori e popolazioni" ha sottolineato Raffaella Uccelli, ricercatrice del Laboratorio ENEA Salute e Ambiente e coautrice dello studio insieme alla collega Claudia Dalmastri.

Considerando un arco di tempo molto più ristretto e cioè da gennaio a maggio 2023, l'Enea infatti ricorda che si sono verificati 122 eventi meteorologici estremi in Italia rispetto ai 52 registrati nello stesso periodo del 2022 (+135%) e le regioni più colpite sono state Emilia-Romagna, Sicilia, Piemonte, Lazio, Lombardia e Toscana.

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