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Vaccino J&J, le farmacie vanno avanti: “Non ci fermiamo, a meno che non ci blocchino le Regioni”

Andrea Mandelli, Presidente della Federazione Ordini Farmacisti Italiani (Fofi), a Fanpage.it: “Abbiamo 25mila farmacisti pronti a inoculare dopo aver seguito il corso di Fofi e Iss, distribuiti in circa 13mila farmacie su tutto il territorio nazionale. La nostra è una professione al servizio dei cittadini. I vaccini J&J si possono continuare a fare in farmacia, le Regioni stanno dando indicazioni di volta in volta. A loro rivolgo un appello: “Si deve accelerare la sottoscrizione degli accordi con i farmacisti perché abbiamo poco tempo per formalizzarli e quindi per dare possibilità di diventare operativi”.
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A cura di Ida Artiaco
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"Siamo pronti a fare quello che ci dicono di fare, la nostra è una professione al servizio del cittadino. Tuttavia, le Regioni stanno dando indicazioni di volta in volta". A parlare è Andrea Mandelli, Presidente della Federazione Ordini Farmacisti Italiani (Fofi), che a Fanpage.it ha ribadito quanto sia importante il proseguo della campagna di vaccinazione nelle farmacie italiane ma come al contempo servano risposte da parte delle singole Regioni per continuare con le somministrazioni, in particolare dopo la confusione generata in seguito allo stop del governo all'uso di AstraZeneca agli under 60. C'è infatti una grande incognita che riguarda il vaccino Janssen di Johnson & Johnson, che come quello realizzato dall'azienda anglo-svedese è a vettore virale e che è al momento è quello che viene somministrato proprio dalle farmacie. Nella circolare del Ministero della Salute in cui sono contenute le indicazioni per AstraZeneca non è previsto alcun obbligo per il vaccino monodose, ma resta la raccomandazione a non somministrarlo sotto i 60 anni, già prevista da mesi.

"I vaccini J&J si possono continuare a fare in farmacia – ha spiegato Mandelli -, le Regioni stanno dando indicazioni di volta in volta. Pertanto, proprio a queste ultime vorrei rivolgere un appello: si deve accelerare la sottoscrizione degli accordi con i farmacisti perché abbiamo poco tempo per formalizzarli e quindi per dare possibilità di diventare operativi. Se ci sono stati stop alle somministrazioni, come in Campania, e c'è stata confusione con le prenotazioni, questo è un tema che va risolto a livello regionale". Con l'approvazione da parte di Aifa della vaccinazione eterologa (prima dose con AstraZeneca e seconda con Pfizer o Moderna), presto anche tutti i vaccini ad mRna potrebbero arrivare in farmacia: "La sperimentazione sta evidenziando come Pfzier possa rimanere stabile per più giorni a temperature più facilmente gestibili per noi. Più ci attrezziamo e più siamo in grado di essere performanti ma non abbiamo una data per la somministrazione di questo tipo di vaccino. Basta che ci dicano cosa fare e noi lo facciamo".

Anche perché, in prospettiva futura, il ruolo delle farmacie nella campagna di vaccinazione diventerà sempre più importante. "La vaccinazione in farmacia è quella già percorsa da Francia, Germania, Inghilterra e Stati Uniti, quindi è una via che diventa centrale per risolvere il problema dei vaccini anche in virtù del fatto che dovremmo affrontare la campagna vaccinale dell'influenza a ottobre che si assocerà molto probabilmente alla necessità di un richiamo – ha detto ancora Mandelli -. Al momento abbiamo 25mila farmacisti pronti a inoculare dopo aver seguito il corso di Fofi e Iss, distribuiti in circa 13mila farmacie su tutto il territorio nazionale. Abbiamo dei numeri molto importanti, che hanno anche una logica. Finora il generale Figliuolo, che ringrazio per l'opera che ha svolto, ha promosso gli hub perché era l'unica maniera per imboccare una strada, ma sul lungo periodo più i medici sono negli hub più li sottraiamo all'attività ospedaliera, dagli infarti ai tumori. Bisogna per forza per il proseguo della campagna vaccinale, fatto salvo questo momento di emergenza, far intervenire i farmacisti sul territorio per dare continuità dell'operatività. Non siamo noi che dobbiamo dirimere la questione dando dei pareri che ulteriormente aggravano la situazione di informazione che ha confuso i cittadini. Noi siamo pronti a fare quello che ci dicono di fare, la nostra è una professione al servizio dei cittadini. Ma voglio evitare di dare un parere perché la gente è stufa, vuole essere vaccinata. Prendiamo una direzione. Siamo pronti, abilitati e attrezzati a fare questa attività".

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