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Ucciso, smembrato e gettato nel fiume, la moglie: “Voleva lasciarmi e portare la sua amante a casa”

Nadire Kurti avrebbe ucciso il marito al culmine di una discussione. La donna era convinta che il 71enne Shefki Kurti volesse lasciarla. “L’ho colpito con l’accetta per la legna”
A cura di Gabriella Mazzeo
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Ha ucciso e fatto a pezzi suo marito per "punirlo della sua presunta infedeltà". "Voleva lasciarmi – ha spiegato la Nadire Kurti alle forze dell'ordine di Rovigo – e poi avrebbe portato la sua amante a vivere in casa nostra".

In realtà il pensionato Shefki Kurti brutalmente ucciso e poi gettato nel canale Adigetto non aveva alcuna relazione extraconiugale: secondo quanto rilevato finora, il 71enne non aveva alcuna intenzione di abbandonare la compagna e quel movente sarebbe stato frutto della fantasia di una mente annebbiata.

La 68enne, infatti, combatte da anni con diversi disturbi psichiatrici.  Per questo motivo la sua vita è sempre stata solitaria e riservata. A prendersi cura di lei era proprio il marito di 71 anni.

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Negli ultimi tempi la donna aveva sviluppato un'assurda gelosia nei suoi confronti. Nadire Kurti è stata ricoverata nel reparto di psichiatria dell'ospedale di Rovigo il 12 agosto e il 18 ha confessato il delitto ai carabinieri.

I Ris di Parma avevano già trovato tracce dell'omicidio all'interno dell'abitazione di via Ghirardini a Badia Polesine, ma gli inquirenti hanno voluto continuare le intercettazioni telefoniche per capire la dinamica dei fatti.

Dopo l'omicidio la 68enne si è trasferita a casa del figlio, a Masi. Qui ha continuato a negare qualsiasi coinvolgimento nel delitto, poi ha confessato quello che era accaduto.

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Una volta allertato l'avvocato, ha confessato anche davanti ai militari dell'Arma, che nel frattempo continuavano a indagare e ad intercettare le sue telefonate. Dopo essere stata ricoverata in Psichiatria, la 68enne ha descritto nei minimi dettagli l'efferato omicidio compiuto il 21 luglio.

La donna ha affermato di aver agito "perché gelosa dell'amante di mio marito". "Le parlava sempre aveva un microchip nell'orecchio che usava per comunicare con lei – avrebbe detto la 68enne -. Anche io sentivo la voce di lei e sapevo che voleva 90mila euro da Shefki". Nadire avrebbe agito solo dopo aver visto il compagno puntarle un coltello alla pancia.

"Per ucciderlo ho usato l'accetta che mio marito usava per la legna" ha spiegato alle forze dell'ordine. Lo ha colpito alla nuca più e più volte, fino a staccargli la testa. Subito dopo ha trascinato il cadavere in bagno e lo ha smembrato, infilandolo in alcuni sacchi della spazzatura. A quel punto ha nascosto tutto nel freezer di casa, in attesa che arrivasse la notte.

Col favore delle tenebre si è recata nei pressi dell'argine dell'Adigetto e ha gettato i resti del marito in acqua insieme alle armi usate per la mattanza. Una volta a casa ha ripulito tutto, poi ha chiamato il figlio e gli ha detto che il padre aveva lasciato casa dopo un litigio.

Dopo la confessione, nel pomeriggio del 18 agosto, i carabinieri sono tornati davanti al canale, a 60 metri dall'abitazione della coppia. Lì hanno finalmente rinvenuto l'accetta e i tre coltelli da cucina usati per l'omicidio.

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