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Uccise un ladro in fuga da un posto di blocco: assolto carabiniere

Sparò e uccise un ragazzo di origini albanesi che aveva forzato un posto di blocco a Castignano (Ascoli Piceno). Secondo i suoi legali “non solo poteva, ma il maresciallo doveva sparare per fermare chi era reduce da una tentata rapina”. E i giudici gli hanno dato ragione.
A cura di Biagio Chiariello
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"Poteva, anzi doveva sparare per fermare chi era reduce da una tentata rapina". E' stato assolto dal Tribunale di Ascoli Piceno con formula piena il maresciallo dei carabinieri Antonio Rotella che  la notte dell'8 maggio 2009 uccise un ventunenne albanese, Olsi Ferracaku, che, dopo un furto in un'abitazione, aveva forzato un posto di blocco dei carabinieri a Castignano (Ascoli Piceno). Rotella era accusato di omicidio colposo causato dall'uso legittimo delle armi e la pubblica accusa aveva chiesto la condanna a quattro mesi, con la sospensione della pena. Secondo il pm, bastava inseguire l'auto di Ferracaku e dei complici, chiedendo supporto alla centrale operativa, piuttosto che aprire il fuoco. "Nella fuga non c'era l'elemento di pericolosità" ha sostenuto l'avvocato dei familiari della vittima che aveva fatto ricorso alla Corte di Cassazione, dopo che il Gup aveva archiviato la posizione di Rotella. "La strada era deserta, le vie di fuga erano chiuse da altre pattuglie, e Rotella e l'altro carabiniere non avrebbero dovuto sparare" ha aggiunto un altro legale. Ma è stata la tesi sostenuta dagli avvocati difensori Vittorio D'Angelo e Carlo Grilli a convincere il giudice: "Non solo poteva, ma il maresciallo doveva sparare per fermare chi era reduce da una tentata rapina e non da un semplice furto come si vuol dire. Siamo in presenza di un uso delle armi equilibrato e ponderato da parte del carabinieri".

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