Uccise il compagno simulando la morte per cause naturali: dopo due anni di indagini arrestata 63enne

Due anni e mezzo fa chiamò i soccorsi e raccontò che il compagno aveva avuto un improvviso malore, risultato fatale. In realtà, sarebbe stata lei a ucciderlo e a lanciare l'allarme sostenendo che l'uomo fosse morto per cause naturali.
Per questo una donna di 63 anni è stata arrestata a Gioia Tauro (Reggio Calabria) con l'accusa di omicidio aggravato. Secondo i carabinieri che hanno condotto le indagini, coordinati dalla Procura di Palmi, la 63enne, nel tentativo di non destare sospetti, avrebbe atteso che l'uomo spirasse prima di chiedere aiuto.
La vittima si chiamava Maurizio Ansaloni ed era il suo convivente. L'uomo è deceduto nel gennaio 2023.
A far nascere i sospetti, in una prima fase, numerose contraddizioni nelle dichiarazioni rese dalla donna e l’atteggiamento freddo e distaccato mostrato, uniti a un inspiegabile ritardo nell’attivazione dei soccorsi.
Fondamentali, ai fini delle indagini, sono risultate le perizie prodotte dai consulenti tecnici incaricati, che hanno evidenziato lesioni interne e segni sul corpo della vittima incompatibili con una morte naturale.
A rafforzare l’impianto investigativo, si è aggiunta la ricostruzione temporale degli eventi che ha evidenziato un notevole lasso di tempo tra la presunta morte dell’uomo e la richiesta di soccorso.
Una circostanza che, unita al comportamento della donna e alle differenti versioni fornite dalla donna, ha consolidato il sospetto che si trattasse di un omicidio camuffato da decesso accidentale.
Oggi, mercoledì 30 luglio, a due anni e mezzo dal presunto delitto, gli investigatori del Comando provinciale di Reggio Calabria hanno chiuso il cerchio e hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal giudice per le indagini preliminari su richiesta del procuratore di Palmi Emanuele Crescenti.
Attraverso approfonditi accertamenti tecnici e testimonianze raccolti dai carabinieri del Nucleo investigativo di Gioia Tauro, che hanno lavorato con il supporto dei militari della locale stazione, l'inchiesta ha consentito di ricostruire la dinamica dell'omicidio.
La donna è stata quindi arrestata e portata in carcere, presso la Casa Circondariale di Reggio Calabria “Giuseppe Panzera”, dove resterà a disposizione dell’autorità giudiziaria.