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Uccisa e fatta a pezzi, il grido della mamma: “Imane come Pamela, giustizia anche per lei”

“Hanno ritrovato i resti di mia figlia per caso e li hanno attribuiti a una giovane straniera che a nessuno interessava”. È il grido di dolore della madre di Imane Laloua, la 22enne marocchina scomparsa nel 2003 e i cui resti sono stati identificati solo nel 2018. Secondo la Procura, che indaga per omicidio, Imane sarebbe morta accoltellata. “Prego tutti di non permettere che si spengano i riflettori sul caso: mia figlia, come Pamela Mastropietro, merita giustizia”.
A cura di Angela Marino
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Scomparsa nel 2003, ritrovata cadavere nel 2006 a pochi chilometri da casa, identificata nel 2018. Ci sono voluti quindici anni prima che la mamma di Imane Laloua, scomparsa all'età di 22 anni, avesse notizie del destino di sua figlia. Imane, 22 anni al momento della scomparsa era ridotta a un mucchietto di ossa custodite in obitorio da 12 anni, da quando quegli stessi resti sono stati ritrovate in sacchi gettati in un boschetto dell'A1, in località Barberino di Mugello (Firenze). Esasperata dal silenzio della Procura e da quello dei media, Zoubida Chakir, la mamma di Imane ha deciso di affidare a Fanpage.it il suo grido di dolore:

Intervista alla mamma di Imane Lalolua

È da poco passato l'anniversario della scomparsa di Imane,

"Sì, mia figlia Imane, la mia unica figlia, è scomparsa il 27 giugno 2003. Per me quelli estivi sono mesi di dolore immenso e di angoscia continua".

Che è successo quel giorno? 

"Anche se vivevo a Montecatini e lei a Prato, ci vedevamo spesso. Fu così anche quel giorno".

Litigaste?

"No, avemmo una piccola discussione. Le dissi, come facevo spesso, che suo marito non era l'uomo adatto a lei".

Perché era preoccupata per Imane?

"Si erano sposati molto giovani, pensavo fossero felici, invece, un giorno sono venuta a sapere che lui era finito in carcere. A quel punto le ho detto che quel matrimonio non le avrebbe fatto bene".

Come lo ha scoperto?

"Ho trovato delle lettere che lui le aveva scritto dal carcere, dove era finito per spaccio di droga. Le dissi chiaramente che uomini come lui non cambiano mai, ma lei lo amava e non lo avrebbe lasciato".

Quel giorno le sembrò diversa dal solito? 

"No, la vidi scomparire dietro la porta, poi più nulla. Inizialmente pensavo fosse arrabbiata con me, poi sono andata a cercarla a casa a Prato e non c'era, così ho sporto denuncia".

Iniziarono a cercarla subito?

"No… purtroppo anche io mi sono scontrata con il pregiudizio di quegli anni per cui se una donna è maggiorenne e sposata, deve essere allontanamento volontario. Se fosse stata cercata subito ora sarebbe qui con me".

I suoi resti sono stati trovati per caso dopo 3 anni da un camionista, per caso, in una piazzola a pochi chilometri da casa.

"Sì. A casa praticamente, il 21 giugno del 2006, casualmente, hanno ritrovato i suoi pochi, poveri resti, gettati in un bosco in sacchi della spazzatura, come spazzatura. Li hanno attribuiti a una ragazza straniera che a nessuno interessava e messi in una fredda cella frigorifera. La mia Imane stava lì, a pochi chilometri da casa, mentre io continuavo a cercarla senza sosta".

A nessuno venne in mente di confrontare il DNA dei resti con il suo?

"No, all'epoca non fu fatto il collegamento, anche se io, che sono una semplice mamma, avrei incrociato immediatamente quei casi".

Nel frattempo lei continuava a credere che sua figlia fosse viva 

"Sì. Quante volte in tutti questi lunghissimi anni ho pianto, pregato e sperato che lei fosse felice in un'altra parte, anche senza la sua mamma, ma con una famiglia, e forse ero diventata nonna e non lo sapevo. Ho festeggiato il suo 37esimo compleanno, il 6 luglio 2018, immaginandola via, ma con persone che l'amavano e avevano cura di lei. Invece degli esseri immondi le avevano tolto la giovane vita con tutti i suoi sogni".

Poi nel 2018 quei resti sono stati associati a un volto, quello di Imane. 

"Il 16 luglio 2018 mi hanno comunicato che avevano trovato i suoi resti. Ero disperata, allora è cominciata un'altra battaglia, quella per la verità. Mi sono rivolta all'associazione Penelope, che in Toscana è coordinata dall'avvocato Nicodemo Gentile. Lui mi ha affidato all'avvocato Daica Rometta, che ancora oggi mi segue".

Le indagini hanno chiarito che non è stata una morte naturale, Imane è stata uccisa

"Purtroppo l'unico aspetto chiaro è proprio l'omicidio. Sì, Imane è stata uccisa, forse il giorno stesso della scomparsa o forse più avanti".

In che modo è stata uccisa?

"Non ho letto l'autopsia, ma mi hanno parlato di coltellate alle spalle".

Esclusa la pista giornalistica delle ‘sette', su cosa si sono concentrate le indagini?

"Sulla sfera relazioni che ruotava intorno a Imane e al marito. Per quanto riguarda lui, è accertato che in quel periodo fosse in carcere, eppure Imane potrebbe essere stata vittima di una vendetta nell'ambito del mondo dello spaccio".

Avete avuto risposte?

"Fino a oggi, nessuna. Le indagini sono ancora in corso, nel silenzio tombale dei media. Ci sono voluti 15 anni perché scoprissero che mia figlia era stata uccisa, quanti ce ne vorranno perché mi dicano chi è stato? Il babbo di Imane è venuto a mancare pochi giorni fa senza aver saputo la verità e ora sono qui da sola. Sono solo una mamma che chiede delle risposte e chiede che i riflettori non si spengano sull'omicidio di una ragazza uccisa brutalmente, come è successo alla povera Pamela Mastropietro. Anche mia figlia ha diritto alla giustizia".

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