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Uccisa e fatta a pezzi dal fidanzato, tutti i dubbi sul movente dell’omicidio di Emma

Sono tanti i punti ancora non chiariti dell’orribile omicidio di Emma Pezemo da parte del fidanzato Jacques Ngouenet a Bologna. Dal movente, all’arma e luogo esatto del delitto passando per la premeditazione. Si fa largo anche l’ipotesi che lei fosse incinta e che lui l’abbia uccisa dopo aver cercato di farla abortire.
A cura di Antonio Palma
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Sono ancora tanti gli interrogativi sulla terribile morte di Emma Pezemo, la 31enne bolognese uccisa, fatta a pezzi e poi gettata in un cassonetto dall'uomo che diceva di amarla, il fidanzato 43enne Jacques Honoré Ngouenet, morto suicida poche ore dopo il delitto. Dal movente, all'arma e luogo esatto del delitto passando per la premeditazione, sono tanti i punti ancora non chiariti della drammatica vicenda. In attesa dei risultati sull'autopsia sui due cadaveri disposta dalla magistratura, che potranno chiarire le esatte cause di morte, gli inquirenti si stanno concentrano ora sul passato di vittima e carnefice per cercare di individuare il movente dietro al macabro delitto.

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Una delle piste è economica. Nei biglietti trovati dopo la morte del 43enne sembra che l'uomo, accanto a frasi all'apparenza considerate sconnesse, abbia fatto chiaro riferimento all'assassinio della donna ma anche a presunti soldi, in particolare a una ingente somma di denaro che avrebbe speso per la 31enne. Un altro possibile movente potrebbe essere la presunta gravidanza della vittima. Secondo indiscrezioni raccontate da amici della coppia, pare che la donna fosse incinta e che la gravidanza non fosse accettata dall'uomo. Da qui sarebbero diventate frequenti le liti con lui che l'avrebbe spinta ad abortire.

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Restano da chiarire anche le ultime ore di vita dei due e l'esatta dinamica dell'omicidio. Le indagini della Squadra mobile del capoluogo emiliana, coordinate dal pm Flavio Lazzarini, infatti devono appurare il luogo esatto dove è avvenuto l'omicidio e soprattutto capire se l'uomo abbia premeditato l'assassinio e se possa essere stato aiutato da qualcuno. Maggiori certezze potranno arrivare dall'analisi dei tabulati telefonici già acquisiti dalla polizia. Non è escluso che l'uomo possa aver premeditato tutto presentandosi sabato all'appuntamento con Emma già con l'intenzione di ucciderla. La cosa certa per ora è che, dopo essersi disfatto del cadavere in maniera orribile, abbia ripulito bene la sua auto dal sangue anche se alcune tracce sono state rivenute nel bagagliaio. Elemento che insieme alle risposte evasive date alle amiche della dona fa pensare a un primo tentativo di farla franca prima del suicidio.

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