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Uccide l’ex per strada, nel mirino di Mancini pure il nipote 12enne. Lui si difende: “Colpi partiti per sbaglio”

Ad Antonio Mancini, arrestato per aver ucciso l’ex moglie Cleria a colpi di pistola per strada a Lettomanoppello (Pescara), è stato contestato anche il tentato omicidio del nipote 12enne. Ma lui si difende e non si pente: “Colpi partiti per sbaglio”.
A cura di Ida Artiaco
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Antonio Mancini
Antonio Mancini

Non solo ha ucciso a colpi di pistola la ex moglie Cleria Mancini dopo una discussione avvenuta in strada per motivi legati a una faida familiare che esisteva da tempo in strada a Lettomanoppello (Pescara). Nel mirino di Antonio Mancini, 69 anni, ci sarebbero state altre 5 persone, tra cui il nipote di 12 anni, illeso per miracolo.

Per questo l'uomo è stato accusato anche del tentato omicidio del bambino, come emerge dalla contestazione provvisoria formulata dal pubblico ministero Giuliana Rana, in cui viene sottolineato che Mancini non è riuscito "nel suo intento perché il proiettile attingeva il lunotto posteriore di una macchina parcheggiata". Il reato in questione si aggiunge a quelli già contestati, tra cui – appunto – l'omicidio volontario della ex moglie, che pare sia stata colpita da un solo colpo al cuore – il che dovrà essere confermato dall'autopsia -, che l'ha raggiunta mentre stava camminando con i cani e insieme proprio al nipotino.

Il 12enne – come raccontato in un servizio del Tgr Abruzzo – avrebbe raccontato al papà che il nonno, dopo aver sparato alla donna, si sarebbe girato verso di lui esplodendo quel colpo che lo avrebbe fortunatamente solo sfiorato colpendo il lunotto dell’automobile. Di lì l’uomo, con un mezzo elettrico per disabili, sarebbe arrivato in un bar di Turrivalignani dove alla titolare avrebbe confessato di aver sparato alla moglie.

"Dopo aver minacciato la moglie Mancini Cleria, con frasi del tipo ‘vi uccido tutti‘, sparando con una pistola semiautomatica un colpo verso di lei, ne cagionava la morte”, ma anche quelli di minaccia e resistenza a pubblico ufficiale", ha scritto ancora il pm. Secondo quanto riporta il quotidiano Il Centro, tra gli obiettivi del 69enne ci sarebbe stato anche il vicino di casa.

Ma lui si difende: "I colpi sono partiti per sbaglio", ha detto Mancini nel corso del colloquio in carcere avuto con il suo avvocato Marcello Cordoma. L'uomo viene definito come lucido, orientato, sofferente fisicamente, dispiaciuto, ma non pentito proprio perché convinto che i colpi siano partiti per sbaglio. Ha anche aggiunto di non ricordare dell'episodio avvenuto a Turrivalignani, paese vicino dove dopo il delitto si è barricato all'interno di un bar sparando altri colpi.

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