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Uccide la moglie a coltellate e poi chiama i carabinieri: “Venite, l’ho ammazzata”

Tragedia familiare in Veneto: un uomo di 48 anni ha aggredito e ucciso la moglie, di origini sudamericane, con alcuni colpi di coltello a Camisano Vicentino. La coppia ha una figlia piccola che era in casa al momento dei fatti, ma non avrebbe sentito niente.
A cura di Biagio Chiariello
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Femminicidio a Camisano Vicentino (Vicenza). Un 48enne, Mirko Righetto, originario della provincia di Padova e residente nella provincia berica da qualche tempo, ha ucciso la moglie Nidia Roana Loza Rodriguez, di 37 anni, di origini colombiane, a coltellate, questa notte, poco dopo la 24. Secondo le prime informazioni, dopo l’omicidio ha chiamato i carabinieri e ha atteso che giungessero sul luogo del delitto. Quindi è stato arrestato. Gli agenti hanno anche trovato e sequestrato l’arma: un coltellino a serramanico. Purtroppo i militari non hanno potuto fare niente per salvare la donna, già deceduta al loro arrivo. Almeno due le coltellate letali all'altezza del collo. Da quanto si è appreso da alcuni vicini, la coppia ha una figlia piccola che dormiva in casa al momento dell'omicidio. Sono in corso i rilievi tecnici a cura del nucleo investigativo dei carabinieri.

La coppia, come hanno ricostruito i carabinieri, era sposata da quattro anni, ma in precedenza aveva convissuto per altri otto anni. L'uomo, nativo di Campo San Martino (Padova) ma residente nel Vicentino, era alla guida di un'azienda di serramenti, ereditata dal padre, anche se negli ultimi tempi gli affari non sarebbero andati bene. La donna lavorava come infermiera in una casa di riposo privata non lontano da casa. Secondo quanto ricostruito dai carabinieri l'uomo dopo aver commesso il fatto ha chiamato la madre, che abita nelle vicinanze, per chiederle  di venire a prendere la loro bambina di 3 anni. Quando la signora ha lasciato la casa l'uomo ha quindi telefonato ai carabinieri per denunciare il gesto compiuto.

Ancora da stabilire le cause scatenanti del gesto, che tuttavia potrebbero essere legate a motivi di gelosia. La coppia non stava divorziando anche se i due coniugi si erano già rivolti ad un consulente matrimoniale per avere informazioni su eventuali pratiche. Secondo quanto raccontato dall'uomo ai militari la donna avrebbe minacciato il marito di portare via la bambina e di non fargliela più vedere. Negli ultimi tempi le liti familiari si erano anche fatte più frequenti: nella seconda metà dello scorso anno in un paio di occasioni i carabinieri erano stati chiamati nella villetta dei coniugi Righetto, ma nessuno di loro aveva poi presentato denunce. L'uomo, che ha alle spalle alcuni piccoli precedenti penali, si trova ora nella casa circondariale San Pio X di Vicenza.

Carnefice con passione per la cultura – Emerge una vita travagliata nel profilo di Mirko Righetto. Nel raccontare un pezzo di vita legato alla giustizia italiana dell’uomo i carabinieri hanno ricordato il suo arresto una decina d'anni fa per la rapina a una prostituta e alcuni problemi di tossicodipendenza. A lui tuttavia non si nega una passione culturale per la lettura e la scrittura: con lo pseudonimo di Marco Redde l'artigiano ha pubblicato una decina di poesie, un libro ed è stato il vincitore di un premio di poesia. Su un social Righetto-Redde scrive di avere avuto già una moglie e un figlio di 12 anni.

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