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Troppo lunga l’attesa di un organo, mamma medico dona parte del fegato e salva la figlia

Nella vita fa il medico e sa bene quali possono essere le difficoltà di un trapianto, specialmente in questo periodo di pandemia. Ma è sopratutto mamma e così non ci ha pensato su un momento a donare parte del suo fegato per salvare la figlia. L’intervento alle Molinette di Torino, dove dieci anni non veniva eseguita un innesto organico da donatore vivente.
A cura di Biagio Chiariello
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Una storia a lieto fine fondata sull'amore arriva dall'ospedale Molinette di Torino. Una mamma, medico, ha donato il proprio fegato e salvato la figlia di 3 anni e mezzo. Alla 43enne sarda è stata asportata la parte sinistra dell'organo, poi impiantata alla bimba affetta da una rara malattia congenita. La piccola, da un anno in lista d'attesa nazionale per il trapianto, non poteva più attendere; la generosità della madre l'ha fatta praticamente rinascere.

La bambina è affetta da una rara malattia congenita del fegato che determina ittero irreversibile, a sei settimane di vita era già stata sottoposta a un’operazione con intento riparativo. A sole 6 settimana di vita era stata sottoposta ad un’operazione con intento riparativo (intervento di Kasai). Un'operazione che, pur ristabilendo il flusso biliare verso l’intestino e risolvendo l’ittero, non avevano scongiurato l’evoluzione del fegato verso la cirrosi epatica. Ai primi segni di scompenso funzionale della malattia cirrotica, la giovanissima paziente era stata presa in cura nel reparto Gastroenterologia pediatrica dell’ospedale Infantile Regina Margherita. Quindi inserita nella lista d’attesa nazionale per trapianto di fegato pediatrico già nel maggio dell’anno scorso.

Ma complice la pandemia, non si erano presentate per lei offerte d'organo da donatore deceduto con le dimensioni e le caratteristiche idonee. Le sue condizioni di salute sono così peggiorate per le infezioni, portando a uno stato di malnutrizione e scarsa crescita, arrivando a un peso di soli 11 kg. E così, di fronte a una attesa non più sostenibile, la madre della bambina si è proposta come donatrice. Dopo l'okay, alla signora è stata inizialmente prelevata la parte sinistra del fegato, quindi si è proceduto con il trapianto: l’intervento di 12 ore, eseguito dal professor Renato Romagnoli del centro trapianto di fegato delle Molinette è tecnicamente riuscito, con la collaborazione della sua equipe con il dottor Fabrizio Gennari, direttore della chirurgia pediatrica del Regina e l’equipe dell’Anestesia e rianimazione 2 delle Molinette, diretta dal dottor Roberto Balagna.

Ora la piccola porzione di fegato trapiantata crescerà rapidamente all'interno del corpo della bimba, che ora si sta riprendendo nell’Area Intensiva del Centro Trapianto di fegato delle Molinette. La mamma ha già recuperato al 100%. “Ancora una volta, in una situazione di grande emergenza quale quella legata al Covid-19 – commenta il dottor Giovanni La Valle, direttore generale della Città della Salute – il Sistema sanitario regionale e la Città della Salute di Torino hanno dato una prova di capacità davvero straordinarie, ovvero di saper non solo arginare l’infezione da coronavirus, ma anche di saper affrontare tutte le altre quotidiane malattie non-Covid, a cominciare da quelle più complesse che richiedono trapianti d’organo salvavita”.

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