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Trifone e Teresa, salta la deposizione di Kari. Disse: “Dovevo ucciderli io per 100mila euro”

L’ex latitante Lorenzo Kari doveva deporre al processo per gli omicidi dei fidanzati di Pordenone ma non si è presentato per dei problemi di salute. In passato ha dichiarato di essere stato contattato per uccidere Teresa Costanza e Trifone Ragone.
A cura di Susanna Picone
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Nell’udienza di oggi del processo davanti alla Corte d’Assise di Udine per il duplice omicidio di Trifone Ragone e Teresa Costanza doveva testimoniare, tra gli altri, anche l’ex latitante Lorenzo Kari. La sua deposizione però è saltata a causa di problemi di salute del cinquantaquattrenne che, con le dichiarazioni fatte in passato, ha portato alla cosiddetta “pista bresciana”, uno dei filoni di indagine esaminati dagli inquirenti per il duplice omicidio dei fidanzati uccisi a colpi di pistola nel parcheggio della palestra di Pordenone il 17 marzo del 2015. In aula erano presenti davanti ai giudici altri quindici testimoni insieme anche a Giosuè Ruotolo, il giovane campano attualmente in carcere unico accusato degli omicidi di Teresa e Trifone che finora ha sempre respinto ogni accusa.

La “pista bresciana” nel caso degli omicidi di Trifone e Teresa – La deposizione di Kari – ora slittata al 12 maggio – era particolarmente attesa perché in passato agli inquirenti l’uomo ha raccontato di aver conosciuto, mentre era in cella a San Vittore, un imprenditore che gli avrebbe offerto centomila euro per uccidere i due giovani in quanto temeva che Teresa Costanza potesse rivelare informazioni sull'omicidio di un uomo avvenuto a Bedizzole (Brescia). L’ex latitante disse anche agli inquirenti di non aver avuto intenzione di commettere il delitto, ma soltanto di intascare il denaro. Le sue dichiarazioni furono sottoscritte davanti ai pm e secondo il suo avvocato Kari sarebbe pronto a confermare quel racconto. Gli investigatori non avevano creduto alla versione di Kari, poi finito nel registro degli indagati per le ipotesi di reato di false dichiarazioni e calunnia. Il 4 agosto del 2015 Kari scappò dal Centro oncologico di Aviano dove si trovava ricoverato facendo perdere le sue tracce ma poi è stato nuovamente arrestato qualche tempo dopo al campo nomadi a Lobia, frazione di San Giorgio in Bosco (Padova).

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