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Treviso, overdose di cocaina: Chiara muore a 18 anni, è caccia a chi ha venduto la droga

Chiara Friggeri, 18 anni, è morta in ospedale a Castelfranco Veneto dopo 5 giorni di agonia: domenica scorsa si era sentita male a Monfumo (Treviso). Secondo il fidanzato che era con lei, avrebbe assunto cocaina. La procura aveva inizialmente aperto un fascicolo a carico di ignoti per lesioni, poi modificato in morte in conseguenza di altro reato. L’indagine dovrà accertare chi le ha venduto la droga.
A cura di Susanna Picone
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Una ragazza di diciotto anni di Monfumo (Treviso) è morta in seguito a una overdose di cocaina. Si chiamava Chiara Friggeri e si è spenta venerdì mattina nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale di Castelfranco Veneto dov’era ricoverata da domenica scorsa. Le condizioni della giovane erano apparse gravi sin dal primo momento. La procura aveva inizialmente aperto un fascicolo a carico di ignoti per lesioni, poi modificato in morte in conseguenza di altro reato. L’indagine dovrà accertare chi ha venduto la droga a Chiara. Nei prossimi giorni verrà effettuata l’autopsia sul corpo della diciottenne.

Il malore domenica sera: Chiara era insieme al fidanzato

Secondo quanto ricostruito, domenica scorsa Chiara era a Monfumo a casa della mamma. Da poco era rientrata dal Piemonte dove era rimasta bloccata durante il lockdown. A dare l’allarme dopo il malore è stato il fidanzato, un trentenne piemontese. La coppia era nella stanza da letto della giovane e lì la ragazza avrebbe assunto della cocaina. Dopo poco il malore: Chiara non respirava ed era priva di sensi. Sul posto sono arrivati i sanitari del Suem di Crespano del Grappa che le hanno praticato le manovre di rianimazione. Poi il ricovero in ospedale. Ma purtroppo per la diciottenne non c’è stato nulla da fare. Chiara lascia la mamma e i fratelli con i quali viveva a Monfumo e il papà.

Ipotesi droga tagliata male

I carabinieri di Castelfranco Veneto sono al lavoro per tentare di far luce su quando accaduto domenica sera nella stanza della ragazza. La posizione del fidanzato sarebbe già stata vagliata dagli inquirenti: quella sera lui non avrebbe assunto sostanze stupefacenti insieme alla diciottenne che si sarebbe procurata da sola la cocaina (o almeno è quello che pensava di aver comprato). Il fascicolo è nelle mani del sostituto procuratore Giulio Caprarola. Le analisi disposte dagli inquirenti hanno l'obiettivo di definire con certezza la sostanza assunta dalla giovane e se fosse tagliata male. Dai risultati dipenderà lo sviluppo delle indagini, e di conseguenza la gravità delle accuse mosse al momento contro ignoti.

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