Treviso, operaio di 63 anni precipita dal tetto di un capannone e muore: chi è la vittima

Ancora una vittima sul lavoro in Veneto. Un operaio ha perso la vita questa mattina a San Biagio di Callalta, nel Trevigiano, precipitando da un’altezza di circa sette metri mentre era impegnato in lavori di sistemazione su un tetto. L’allarme è stato lanciato immediatamente, ma per l’uomo non c’è stato nulla da fare.
La vittima si chiamava Muhammed Memishoski, aveva 63 anni ed era di origine macedone e residente a Monastier. L’incidente è avvenuto intorno alle 11 presso la ditta Work Metal Srl, situata in via Pascoli a San Biagio di Callalta. Memishoski, dipendente della Eurolat di Monastier, era impegnato nella sistemazione della copertura dell'edificio quando, per cause ancora da accertare, è caduto da un'altezza di circa sette metri.
A dare l’allarme sono stati i colleghi, testimoni impotenti dell'accaduto. Sul posto sono arrivati in pochi minuti l’elisoccorso di Treviso Emergenza e i sanitari del Suem 118 che hanno tentato disperatamente di rianimare l’uomo. Purtroppo, le gravi lesioni riportate nella caduta si sono rivelate fatali. A nulla sono valsi i soccorsi.
Ora spetta ai Carabinieri e ai tecnici dello Spisal far luce sull’esatta dinamica dell’incidente. Si indaga per verificare eventuali responsabilità e il rispetto delle norme di sicurezza sul lavoro.
Chi era Muhammed Memishoski
Muhammed Memishoski non era solo un lavoratore esperto, ma anche un uomo profondamente integrato nella comunità locale. Come rivela Treviso Today, infatti, era benvoluto e stimato a Zenson di Piave, dove per anni ha vissuto e dove tuttora prestava servizio come volontario nella Protezione Civile. Ovunque, nel territorio il 63enne era noto per la sua disponibilità e dedizione. Il sindaco del paese, Daniele Dalla Nese, lo ricorda con commozione: "Era una persona straordinaria, generosa, sempre presente durante le emergenze. Solo pochi giorni fa aveva partecipato a un’attività formativa nelle scuole, prendendosi un giorno di ferie pur di esserci. Era un amico, e oggi abbiamo perso un punto di riferimento".
Memishoski, sposato e padre di figli che vivono in parte nella vicina provincia di Pordenone, si era distinto negli anni per il suo contributo durante le emergenze climatiche, tra cui la devastante tempesta Vaia.
La Uil: "In Veneto un bollettino di guerra"
La morte di Memishoski si aggiunge al drammatico elenco di incidenti mortali sul lavoro in Veneto. Secondo l’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega Engineering, basato su dati Inail, solo nei primi tre mesi del 2025 si contano 21 morti sul lavoro nella regione, a fronte dei 7 dello stesso periodo dell’anno precedente. Un dato che parla di un aumento preoccupante.
Sulla vicenda interviene anche la Uil Veneto, attraverso il segretario generale Roberto Toigo e il coordinatore provinciale Gian Luca Fraioli:
"È come un bollettino di guerra. Ricordiamo solo pochi giorni fa la tragica morte del giovane Durbala in Trentino. Non possiamo più accettare che si perda la vita così. La nostra campagna ‘Zero morti sul lavoro' non è uno slogan: serve un impegno concreto da parte di tutti, aziende, istituzioni e lavoratori". Il sindacato ribadisce la necessità di rafforzare la formazione, i controlli e l'applicazione rigorosa delle norme di sicurezza. "Anche nelle realtà più attente, il rischio è sempre dietro l’angolo. Non possiamo rassegnarci. Ogni morte è una sconfitta per l’intero sistema".