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Treviso, la fidanzata lo lascia e lui tenta di stuprare la madre 57enne della ragazza

Un 40enne albanese è accusato di violenza sessuale e lesioni personali. I fatti sarebbero avvenuti a Montebelluna nel febbraio del 2018. L’uomo non si era mai rassegnato alla fine della relazione con la figlia della vittima, arrivando anche ad essere condannato per stalking. Proprio in questo contesto che sarebbe avvenuto il tentativo di violenza ai danni della madre della sua ex.
A cura di Biagio Chiariello
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Avrebbe tentato di violentare la madre 57enne dell’ex fidanzata. Per questo motivo E.S., 40 anni albanese, deve rispondere di violenza sessuale e lesioni personali. I fatti sarebbero avvenuti a Montebelluna nel febbraio del 2018. La storia, come riporta Treviso Today, inizia con una relazione terminata in modo tormentato: l’uomo perseguita la ex con telefonate, appostamenti e richieste di appuntamento. Per quei fatti E.S. è stato processato e condannato in primo grado a 5 mesi di reclusione.

Proprio in questo contesto che sarebbe avvenuto il tentativo di violenza ai danni della madre della sua ex. L’uomo sarebbe entrato nell’androne del palazzo chiedendo a gran voce di parlare con la donna. La madre di quest’ultima avrebbe provato a calmarla, arrivando a scendere al piano terra dell’edificio, dove si trovava l’imputato. “A quel punto – ha raccontato la donna – mi ha afferrato con violenza le braccia, stringendomi con forza e scuotendomi. Poi mi ha preso per il braccio destro e mi ha trascinata verso l'angolo del pianerottolo e mi ha bloccato contro il muro”. Quindi il tentativo di stupro. “Mi ha preso per il mento – ha continuato la 57enne nel corso della sua testimonianza – e con la mano sinistra mi ha bloccato la mandibola mentre con la destra mi palpeggiava il seno”. “Adesso ti violento” le avrebbe ripetuto più volte mentre con la mano destra tentava di slacciarsi la cintura dei pantaloni. “Mi premeva contro – ha ricordato in lacrime la donna – e mentre lo faceva mi toccato le parti intime”.

Fortunatamente, un passante è intervenuto in aiuto della 57enne, poi portata al Pronto Soccorso di Montebelluna: la donna per i traumi alle braccia. “Mi ha aggredito senza motivo – ripete E.S. – io volevo soltanto parlare con la figlia”. “Non è vero – replica la 57 enne – i graffi li ha dati nel tentativo di liberarmi. Mi ha spaventata a morte, pochi giorni dopo sono fuggita in Albania”. La sentenza è attesa per il marzo del prossimo anno.

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