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Trento, stop a interventi di mastoplastica per trans: “Operazioni sempre più difficile”

L’allarme lanciato dal Movimento Sardo Transgender per denunciare lo spostamento del reparto di senologia dell’ospedale Santa Chiara di Trento e la conseguente modifica del regolamento interno  che impedisce di effettuare le operazioni di mastoplastica additiva convenzionata per le trans: “Si tratta di discriminazione”.
A cura di Antonio Palma
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“Con la chiusura del reparto dell’ospedale di Trento le operazioni di mastoplastica per le persone transessuali non sono più coperte de facto sull’intero territorio nazionale”, è l’allarme lanciato dal Movimento Sardo Transgender per denunciare lo spostamento del reparto di senologia dell’ospedale Santa Chiara di Trento e la conseguente modifica del regolamento interno  che impedisce di effettuare le operazioni di mastoplastica additiva convenzionata per le trans. “Il Santa Chiara è uno dei pochi centri convenzionati che permettono alle ragazze transessuali di effettuare la mastoplastica additiva convenzionata. Questa era la realtà fino a pochi giorni fa. Lo stesso chirurgo che opera ci ha informati che il reparto di senologia chirurgica sarà spostato in una nuova unità con dei nuovi regolamenti, tra cui quello che accetta solo esclusivamente pazienti oncologiche, per cui escludendo definitivamente le persone trans” riferisce James Boi del Movimento Sardo Transgender. L’associazione è stata interessata dal problema di Trento dopo essere stata contattata da diverse ragazze che avevano già fissato un appuntamento con la struttura per sottoporsi a intervento chirurgico ma che ora rischiano di rimanere fuori senza possibilità di poter rimediare diversamente. Alcune, in vista del ricovero, avevano addirittura anche prenotato stanze d’albergo e viaggi e ora si son trovatedi fronte al fatto compiuto.

“Il problema sorge dal fatto che molte ragazze erano già in lista l'attesa con viaggio e hotel prenotati, alcune di loro sono già a Trento per la data fissata di un intervento che non avverrà. Tutto questo sta creando disagi e malesseri“ ha aggiunto l’attivista del movimento trans sardo. Il direttore del reparto ospedaliero per ora ha garantito l’intervento solo per una ragazza trans romana che si trova al momento a Trento e che già era prenotata per sottoporsi a mastoplastica additiva ma non ha saputo dare chiarimenti per futuri interventi ad altre ragazze trans. l problema non riguarda per nulla le ragazze cisgender che possono tranquillamente operarsi di mastoplastica ovunque, ma solo le ragazze trans. L’operazione ovviamente può essere effettuata presso altre strutture a pagamento ma non tutte le ragazze possono permettersi un’operazione costosa in una clinica privata. Per la presidente di Movimento Sardo Transgender, Chloe Pirina, si tratta di una discriminazione in piena regola. “Siamo definitivamente stanchi di questi gravi disservizi e di queste forme discriminatorie nei nostri confronti che minano in primis la nostra salute psico-fisica e in seconda istanza il nostro portafogli".

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