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Tredici ore senza fegato in attesa di un trapianto: neo-mamma salvata a Torino

L’ospedale Molinette di Torino ha effettuato un trapianto del fegato da record a una neo-mamma di 38 anni. La donna, che aveva partorito 2 giorni prima, è stata salvata grazie a un trapianto eseguito con la tecnica detta dei “2 tempi”, in cui è stata lasciata senza fegato per oltre 12 ore.
A cura di Susanna Picone
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Immagine di repertorio
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Una donna a Torino ha ricevuto un trapianto di fegato due giorni dopo aver partorito e dopo essere rimasta per circa 13 ore senza l’organo. E con questo intervento, eseguito con la tecnica detta dei "2 tempi", è stata salvata all’ospedale Molinette.

La paziente, una 38enne di origine peruviana, giunta quasi al termine della sua seconda gravidanza, si era presentata al pronto soccorso dell’ospedale Martini in preda a una colica addominale, accompagnata da una crisi ipertensiva. I medici, avendo riscontrato uno stato di sofferenza fetale, avevano deciso di procedere subito con il parto cesareo.

Dopo la nascita del neonato però si sono resi conto che la situazione della neo mamma era estremamente grave, a causa di un importante sanguinamento addominale proveniente dal fegato. L’organo era andato incontro a un raro fenomeno di rottura spontanea nell’ambito di una cosiddetta sindrome Hellp. Da qui la decisione di portarla alle Molinette.

Per fermare l’emorragia è stato però rimosso subito il fegato, con temporanea derivazione del sangue della vena porta direttamente nella cava inferiore. Successivamente è partita una corsa contro il tempo per recuperare un nuovo fegato compatibile, poi trovato in Toscana.

Dopo 13 ore dal momento della rimozione totale del fegato e dopo la notte nella terapia intensiva, diretta dal dottor Roberto Balagna, la paziente ha potuto essere sottoposta con successo all’impianto del fegato del donatore da parte del professor Renato Romagnoli, direttore dell'equipe chirurgica del Centro trapianti, e della sua équipe.

La ripresa funzionale dell'organo trapiantato è stata valida e immediata. La neo mamma è ancora ricoverata, ma ha recuperato la stato di coscienza e le sue condizioni cliniche migliorano giorno dopo giorno.

“Un trapianto che si può definire miracoloso, nei tempi, nei modi e nelle procedure. Tutto ha coinciso alla perfezione e ancora una volta la nostra squadra trapianto è stata perfetta – così il direttore generale della Città della Salute di Torino, Giovanni La Valle -. E ancora una volta è fondamentale ringraziare la generosità della famiglia del donatore, senza la quale questi miracoli non potrebbero avvenire”.

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