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Trattativa Stato-Mafia, assolto l’ex ministro Mannino: “Emozionato e soddisfatto”

È stato assolto in Appello l’ex ministro Dc Calogero Mannino, accusato di aver dato il via ai contatti per la trattativa Stato-Mafia. I giudici della prima sezione della Corte d’Appello di Palermo hanno così confermato la sentenza in primo grado, nonostante l’accusa avesse chiesto per lui 9 anni di reclusione: “Sono emozionato e soddisfatto”.
A cura di Ida Artiaco
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L'ex ministro Dc Calogero Mannino è stato assolto dalla prima sezione della Corte d'Appello di Palermo dall'accusa minaccia a Corpo politico dello Stato. È stata così confermata la sentenza di primo grado nei confronti del politico, che era imputato nel processo stralcio sulla cosiddetta trattativa Stato-mafia, di cui veniva accusato di aver dato il via ai contatti. La prima sentenza era arrivata nel novembre del 2015, dopo oltre un anno dall'apertura dell'iter giudiziario. L'accusa aveva chiesto la condanna a 9 anni.

"Sono soddisfatto, è il coronamento di una attività difensiva che ha rafforzato la sentenza di primo grado che era stata criticata dal pg. Mannino ha sempre detto che non gli interessava se una trattativa ci fosse stata, ma di certo lui non era il responsabile. L'ho, era emozionatissimo e soddisfatto. Infine ha ringraziato gli avvocati", ha detto Marcello Montalbano, uno dei legali di assieme al professore Carlo Federico Grosso e Grazia Volo, presente in aula al momento della sentenza emessa dalla prima sezione penale della Corte di appello di Palermo. L'avvocato ha comunicato la sentenza via telefono all'ex ministro, che aveva scelto il rito abbreviato.

La sua posizione era stata separata dai co-imputati, e cioè gli ex ufficiali del Ros Mario Mori, Giuseppe De Donno e Antonio Subranni, l'ex senatore di Fi Marcello Dell'Utri, i boss Leoluca Bagarella, Antonino Cinà e Massimo Ciancimino. Tutti condannati a pene pesantissime dalla corte d'assise di Palermo, sono attualmente sotto processo in appello. L'assoluzione in primo grado era arrivata per lui il 4 novembre 2015, dopo più di un anno dall'inizio del processo. Le motivazioni furono depositate nell'ottobre 2016. Per l'accusa Mannino aveva dato inizio ai contatti tra carabinieri e del Ros e boss di Cosa Nostra durante gli anni delle stragi, tra gli anni Ottanta e Novanta, temendo per la propria vita, dopo che Totò Riina, all'epoca a capo della Cupola, aveva minacciato di vendicarsi dei politici che non avevano mantenuto fede alle proprie promesse.

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