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Tragedia del Raganello, in Calabria

Un anno dalla tragedia del Raganello: la commemorazione delle 10 vittime dell’inferno di fango

È trascorso esattamente un anno dal 20 agosto 2018, quando 10 persone morirono al Raganello, in provincia di Cosenza e nel territorio del Parco nazionale del Pollino, in Calabria: il torrente che scorre tra le gole ingrossato dalla pioggia travolse due gruppi di escursionisti che stavano facendo rafting, provocando una strage. Previste per oggi una preghiera e una fiaccolata a Civita per non dimenticare le vittime.
A cura di Ida Artiaco
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Il 20 agosto 2018 è la data che verrà ricordata come il giorno della strage degli escursionisti nelle Gole del Raganello, in provincia di Cosenza e nel territorio del Parco nazionale del Pollino, in Calabria, a monte del cosiddetto "Ponte del Diavolo". Il gruppo è stato travolto dalla piena del torrente, ingrossato dalla pioggia che stava cadendo abbondante da ore sulla regione, mentre era intento a fare rafting. Una vera e propria tragedia, nella quale hanno perso la vita 10 persone, di cui oggi ricorre il primo anniversario, con commemorazioni, preghiere e fiaccolate, ma che probabilmente si sarebbe potuta evitare, come hanno dimostrato indagini successive, che si sono concluse ad un mese dal primo anniversario del disastro: fu, infatti, ignorata l'allerta meteo da parte di amministratori locali, operatori turistici e guide, per un totale di 14 persone, per i quali i pm si preparano a chiedere il rinvio a giudizio.

Tragedia del Raganello: cos'è successo il 20 agosto 2018

La tragedia nell'area delle Gole del Raganello a Civita si è verificata il 20 agosto 2018. Una giornata estiva ma particolarmente colpita dal maltempo, che tuttavia non aveva dissuaso due gruppi di escursionisti dal partecipare ad un gita avventurosa lungo il torrente. Qui ci si può fermare a fare un bagno sulla riva oppure si può risalire verso la fonte, attraversando le famose gole che diventano sempre più profonde, e con l'acqua che diventa sempre più gelida. Nessuno di loro poteva sapere che proprio quel luogo così affascinante si sarebbe trasformato in una vera e propria trappola mortale.

Il gruppo di 44 escursionisti, provenienti soprattutto dalla Lombardia, stava facendo "canyoing", camminavano cioè in un canyon, che il torrente Raganello crea tagliando il massiccio del Pollino, con sulla testa rocce alte 600 metri a picco sul fiume, che inizia dalla Sorgente della Lamia fino a raggiungere un'area attigua all'abitato di Civita. Si inizia dalle "gole basse", prima di addentrarsi verso Nord, dove ci sono invece le "gole alte". Le gite in questa zona partono tutte dal cosiddetto "Ponte del Diavolo": il percorso in alcuni punti è largo poco più di due metri, e, dopo essere entrati nel canyon, si supera una vasca d'acqua dove si nuota contro corrente. L'età minima di partecipazione, a seconda del tipo di percorso scelto, se lungo o breve, è rispettivamente di 9 e 14 anni. In genere, questo tipo di escursioni non sono consigliate ai non esperti. Tuttavia, al sito si accede liberamente e non tutti si rivolgono alle guide professioniste per visitare i canyon e fare rafting. Ma quel giorno la pioggia ha provocato l'ingrossamento del letto del torrente e alcune persone sono rimaste bloccate sugli scogli. Quelle che sono state recuperate dai soccorritori hanno raccontato di un boato, seguito da un muro di fango che ha trascinato via tutto e che ha reso ancora più difficili le operazioni di soccorso.

Le vittime della tragedia

Dei 44 escursionisti coinvolti nell'incidente del Raganello, 10 sono morti. Tra di loro, c'è Antonio De Rasis, 32enne di Cerchiara, guida esperta, volontario della Protezione civile e tra i soccorritori della tragedia di Rogopiano. Maria Immacolata Marrazzo, avvocato di Torre del Greco, in provincia di Napoli, è un'altra vittima: era in vacanza con il marito e i due figli quando la furia dell'acqua del torrente l'ha strappata per sempre ai suoi cari, che invece sono sopravvissuti. Stessa sorte per i due romani Carlo Maurici e Valentina Venditti, rispettivamente di 34 e 35 anni. Le due amiche pugliesi Miryam Mezzolla e Claudia Giampietro, entrambe modelle, non ce l'hanno fatta a salvarsi nelle Gole del Raganello, dove stavano facendo rafting, così come il loro conterraneo Gianfranco Fumarola, agente della polizia penitenziaria che ha lasciato la moglie e tre figli, i quali erano con lui a Civita e sono riusciti a mettersi in salvo aggrappandosi a dei rami. Era di Qualiano, nel Napoletano, la coppia di coniugi deceduti l'agosto scorso in Calabria composta da Carmen Tammaro e Antonio Santopaolo: le loro due figlie di 10 e 12 anni sono finite in ospedale dopo il disastro ma sono vive. Infine, si ricordi il coraggio della piccola Chiara, superstite della strage: è stata trovata in ipotermia e sotto choc accanto ad un cadavere ma si è ripresa velocemente diventando il simbolo di quella triste giornata.

14 indagati nell'inchiesta: ignorata l'allerta meteo

Subito dopo la tragedia del Raganello è iniziata una complessa attività di indagine per accertare le eventuali responsabilità penali che si è conclusa alla vigilia del primo anniversario della strage degli escursionisti. Sono in totale 14 le persone che risultano indagate, tra cui amministratori locali, come i sindaci di Civita, San Lorenzo Bellizzi e Cerchiara di Calabria, operatori turistici e guide per i quali ora i pm si preparano a chiedere il rinvio a  giudizio. Secondo gli inquirenti, il giorno in cui morirono 10 persone a Civita vi era una allerta gialla per le condizioni meteo diffusa dalla Protezione civile che però è stata completamente ignorata. Oltre alla sottovalutazione del meteo, secondo l'accusa, un ruolo fondamentale lo avrebbero avuto anche i regolamenti per l'accesso alle gole, che non erano stati adottati, la mancanza di aggiornamenti dei piani di emergenza ed infine l'imprudenza. Sono state archiviate le posizioni del presidente del Parco Nazionale del Pollino e del dirigente dell'ufficio Biodiversità dei Carabinieri Forestali che all'epoca erano stati raggiunti da avviso di garanzia. Le accuse a vario titolo vanno dall'omicidio colposo a lesioni colpose, dal reato di omissione in atti d'ufficio e all'esercizio abusivo della professione.

Fiaccolata e preghiera nel primo anniversario della tragedia del Raganello

Non mancherà la commemorazione delle 10 vittime della strage del Raganello a Civita, dove oggi, martedì 20 agosto 2019, è in programma nella chiesa di Santa Maria Assunta alle 18:00 una messa in suffragio a cui parteciperanno le autorità civili, religiose e militari del comprensorio, i componenti del "Comitato Familiari Vittime del Raganello", presieduto da Teresa Santopaolo, i familiari delle vittime e i rappresentanti istituzionali delle comunità di alcune delle vittime. Subito dopo, alle 20:00, organizzata dallo stesso comitato ci sarà una fiaccolata che arriverà fino al Belvedere.  "Ad un anno da quel terribile lunedì vogliamo ricordare chi non c’è più – ha detto il sindaco di Civita, Alessandro Tocci. – Lo vogliamo fare sommessamente e in modo molto sobrio. Vogliamo testimoniare, ancora una volta, la nostra vicinanza ai familiari delle dieci vittime. Un evento che ha stravolto la vita di una piccola comunità. Un triste ricordo indelebile ma che ci deve spronare ad andare avanti. Quanto successo il 20 agosto dell’anno scorso non potrà e non sarà cancellato dalla memoria della comunità civitese, sottolineando, però, che la comunità che mi onoro di rappresentare ha vissuto quest’anno con grande dignità e con grande senso di umanità".

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