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Torino, tre manager di una coop di Mondo Convenienza indagati per sfruttamento dei lavoratori

Tre manager di una cooperativa operante per Mondo Convenienza sono stati iscritti nel registro degli indagati con l’accusa di sfruttamento del lavoro nell’ambito dell’inchiesta condotta dalla Procura di Ivrea; secondo l’accusa avrebbero imposto condizioni di lavoro massacranti ai facchini e falegnami.
A cura di Davide Falcioni
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Tre manager di una cooperativa operante per Mondo Convenienza sono stati iscritti nel registro degli indagati con l'accusa di sfruttamento del lavoro nell'ambito dell'inchiesta condotta dalla Procura di Ivrea; secondo l'accusa avrebbero imposto condizioni di lavoro massacranti ai facchini e falegnami che si occupavano dell'installazione dei mobili per conto dell'azienda specializzata nell'arredamento low cost. A far scattare le indagini la scorsa primavera erano state le denunce di alcuni dipendenti, che agli inquirenti avevano riferito di condizioni di lavoro degradanti e insopportabili: ad assumerli era stata la cooperativa Tsl Service affinché trasportassero e installassero soggiorni, cucine e camere da letto venduti nel negozio di Settimo Torinese. I lavoratori, tuttavia, dovevano sopportare ritmi disumani, tra l'assenza di pause, ferie non pagate e continue minacce di licenziamento a chi protestava. Vittime dello sfruttamento una dozzina di operai, quasi tutti di nazionalità rumena, che dopo aver sopportato a lungo avevano deciso di ribellarsi.

Alla loro iniziativa ne erano seguite altre da parti di ex colleghi, tanto che la Procura di Ivrea ha ora chiesto una proroga delle indagini: sono state raccolte diverse testimonianze concordanti tra di loro. Il reato contestato ai manager è il "603 bis", che punisce chi abbia "reclutato manodopera per destinarla al lavoro presso terzi in condizioni di sfruttamento, approfittando dello stato di bisogno dei lavoratori", oppure chi utilizza, assume e impiega addetti, anche attraverso intermediazione, sottoponendoli a condizioni inique. "Lo sfruttamento del lavoro costituisce un delitto e dobbiamo lottare per farlo accertare dai giudici quando ne esistono i presupposti. Corrispondere retribuzioni in modo sproporzionato rispetto alla quantità e qualità del lavoro, far lavorare senza far rispettare i periodi di riposo, o le ferie, senza tener conto delle norme di igiene e sicurezza del lavoro costituiscono condotte illecite che se provate debbono essere punite, ancor di più se commesse mediante violenza e minaccia",  ha dichiarato l'avvocata Caterina Biafora, invitando tutti i lavoratori a denunciare. "I comportamenti riferiti dai miei assistiti sono gravissimi perché alcuni sono stati non solo sfruttati ma anche esposti a situazioni di grave pericolo per la loro salute sia fisica che psicologica. alcuni si sono sentiti come schiavi a cui veniva preclusa la possibilità di avere una vita sociale". Dal canto suo Tsl ha rigettato tutte le accuse sostenendo di aver rispettato la legge e di aver anche favorito l'avanzamento di carriera di alcuni lavoratori.

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