Torino, tre manager di una coop di Mondo Convenienza indagati per sfruttamento dei lavoratori
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Tre manager di una cooperativa operante per Mondo Convenienza sono stati iscritti nel registro degli indagati con l'accusa di sfruttamento del lavoro nell'ambito dell'inchiesta condotta dalla Procura di Ivrea; secondo l'accusa avrebbero imposto condizioni di lavoro massacranti ai facchini e falegnami che si occupavano dell'installazione dei mobili per conto dell'azienda specializzata nell'arredamento low cost. A far scattare le indagini la scorsa primavera erano state le denunce di alcuni dipendenti, che agli inquirenti avevano riferito di condizioni di lavoro degradanti e insopportabili: ad assumerli era stata la cooperativa Tsl Service affinché trasportassero e installassero soggiorni, cucine e camere da letto venduti nel negozio di Settimo Torinese. I lavoratori, tuttavia, dovevano sopportare ritmi disumani, tra l'assenza di pause, ferie non pagate e continue minacce di licenziamento a chi protestava. Vittime dello sfruttamento una dozzina di operai, quasi tutti di nazionalità rumena, che dopo aver sopportato a lungo avevano deciso di ribellarsi.
Alla loro iniziativa ne erano seguite altre da parti di ex colleghi, tanto che la Procura di Ivrea ha ora chiesto una proroga delle indagini: sono state raccolte diverse testimonianze concordanti tra di loro. Il reato contestato ai manager è il "603 bis", che punisce chi abbia "reclutato manodopera per destinarla al lavoro presso terzi in condizioni di sfruttamento, approfittando dello stato di bisogno dei lavoratori", oppure chi utilizza, assume e impiega addetti, anche attraverso intermediazione, sottoponendoli a condizioni inique. "Lo sfruttamento del lavoro costituisce un delitto e dobbiamo lottare per farlo accertare dai giudici quando ne esistono i presupposti. Corrispondere retribuzioni in modo sproporzionato rispetto alla quantità e qualità del lavoro, far lavorare senza far rispettare i periodi di riposo, o le ferie, senza tener conto delle norme di igiene e sicurezza del lavoro costituiscono condotte illecite che se provate debbono essere punite, ancor di più se commesse mediante violenza e minaccia", ha dichiarato l'avvocata Caterina Biafora, invitando tutti i lavoratori a denunciare. "I comportamenti riferiti dai miei assistiti sono gravissimi perché alcuni sono stati non solo sfruttati ma anche esposti a situazioni di grave pericolo per la loro salute sia fisica che psicologica. alcuni si sono sentiti come schiavi a cui veniva preclusa la possibilità di avere una vita sociale". Dal canto suo Tsl ha rigettato tutte le accuse sostenendo di aver rispettato la legge e di aver anche favorito l'avanzamento di carriera di alcuni lavoratori.