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Caporalato, maltrattamenti e razzismo: Procura indaga su coop di Mondo Convenienza

Caporalato, estorsione e maltrattamenti, oltre all’aggravante di discriminazione razziale: sono le ipotesi di reato sulle quali la Procura di Ivrea indaga per fare luce sulle condizioni di lavoro di facchini e falegnami dipendenti di una cooperativa che si occupa dell’installazione dei mobili di Mondo Convenienza.
A cura di Davide Falcioni
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Caporalato, estorsione e maltrattamenti, oltre all'aggravante di discriminazione razziale: sono le ipotesi di reato sulle quali la Procura di Ivrea indaga per fare luce sulle condizioni di lavoro di facchini e falegnami dipendenti di una società cooperativa che si occupa dell'installazione dei mobili di Mondo Convenienza, colosso specializzato nell'arredamento. L'inchiesta è coordinata dal sostituto procuratore Alessandro Gallo ed è scaturita dalle denunce di un gruppo di lavoratori della società Tsl Service, cooperativa di Settimo Torinese, i quali hanno riferito di aver dovuto sottostare a turni massacranti, spesso senza neppure la possibilità di fare pranzo e senza ferie e permessi. facchini e montatori nella denuncia avevano riferito di aver dovuto lavorare spesso dall'alba fino a tarda sera, in alcuni periodi per sette giorni alla settimana. I lavoratori, quasi tutti di nazionalità romena, avevano raccontato di aver resistito solo per la paura di perdere la loro unica fonte di reddito, riferendo anche delle minacce di licenziamento per chi provava a protestare.

Come riferisce Repubblica dopo la denuncia dei lavoratori di Settimo Torinese era stata aperta una pagina Facebook chiama Mondo Sofferenza nella quale erano state raccolte testimonianze di colleghi da tutta Italia: "Il lavoro iniziava all’alba con la consegna del denaro preso dai clienti il giorno prima poi ci venivano date le indicazioni per le consegne da fare a cui non potevamo sottrarci nemmeno se era tardi e avevamo la schiena a pezzi". Facchini e montatori dovevano caricare i pesanti mobili sui camion e poi scaricarli e montarli nelle case, rispettando gli orari fissati.

La difesa della cooperativa: "Nessun razzismo, garantiti i diritti dei lavoratori"

Non si era fatta attendere la replica di Tsl Service soc coop, che in una recente nota si è detta "stupita oltre che molto amareggiata, per quanto denunciato, ingiustamente, da pochi ex lavoratori che, in contrasto con la cooperativa, sollevano dubbi e gettano ombre sull’operato oltre che sull’affidabilità e correttezza della medesima". Nessuna frase razzista sarebbe stata pronunciata, dicono. "In Tsl Torinese, responsabile, vice responsabile e ben 11 preposti, sono tutti di nazionalità rumena. Deve quindi innanzitutto ritenersi infondata, se non del tutto risibile, l’accusa di discriminazione razziale". La società aveva anche smentito l'assenza di ferie e permessi: "Nessun lavoratore è stato mai minacciato di licenziamenti, trasferimenti o altro e di ciò ne è prova la circostanza che non esistono procedimenti al riguardo. Infine teniamo a sottolineare come la Cooperativa riconosca un giusto compenso per un lavoro che, certamente faticoso e qualificato, viene comunque svolto nel rigoroso rispetto dei limiti di legge sia con riferimento all’orario di lavoro, sia con riferimento alla normativa di sicurezza".

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