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Torino, rivolta nel centro di permanenza, agente ferito: “Ogni turno si sfiora la tragedia”

Duro sfogo di un agente di polizia sul suo account Facebook dopo essere rimasto ferito in alcuni scontri nel centro di permanenza per migranti di Torino: “I Cpr son polveriere sempre pronte ad esplodere, prima o poi qualcuno si farà male sul serio. Per un po’ non voglio sentire parlare di comprensione, integrazione e accoglienza”
A cura di Antonio Palma
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L'agente ferito
L'agente ferito

"Per un po’ non voglio sentire parlare di comprensione, integrazione e accoglienza", inizia così il duro sfogo di un agente di polizia sul suo account Facebook dopo essere stato coinvolto e ferito in alcuni tafferugli scoppiati nel centro di permanenza per migranti di Torino, lo stesso dove il 14 luglio un uomo di origine bengalese, Faisal Hossai, è deceduto in circostanze  misteriose. I fatti raccontati dall'agente risalgono alla notte tra sabato e domenica quando un nutrito gruppo di migranti rinchiusi nel Centro di permanenza del capoluogo piemontese ha dato vita ad una protesta sfociata poi in una fitta sassaiola contro operatori e forze di polizia. "È stata una notte di guerriglia", ha raccontato l'agente, rimasto ferito anche ad una mano e per questo trasportato in ospedale dove i medici gli hanno dato una prognosi di almeno trenta giorni per una frattura scomposta.

L'agente ferito: "Erano 158 contro sei"

"Questo è il bilancio personale di una notte di guerriglia passata al Cpr di Torino, 30 giorni di prognosi, una bella frattura scomposta di due falangi con prospettazione di intervento chirurgico, due monconi malamente appesi che improvvisamente vanno in direzione opposta a quella che il tuo cervello vorrebbe fare" scrive il poliziotto, ricostruendo la violenta protesta: "Per due ore, da solo e con un manipolo di Carabinieri (cinque), mi sono trovato a fronteggiare 158 ospiti (perché così vanno chiamati), sotto una sassaiola pericolosissima durata un tempo interminabile, fino all’arrivo provvidenziale di tre squadre del Reparto Mobile e del loro funzionario…”

"Cpr sono polveriere sempre pronte ad esplodere"

"Mentre i signori della politica fanno il gioco delle poltrone, facendo a gara a chi di loro si rivela essere il più capriccioso, in questi Centri di Permanenza e Rimpatrio ad ogni turno si sfiora la tragedia e prima o poi – credetemi – qualcuno si farà male sul serio!” ha avvertito poi l'ispettore di polizia concludendo: "Questi Centri secondo il mio modesto parere, hanno utilità pari a zero perché si lavora in un contesto di pseudo detenzione dove l’Autorità pre-costituita viene continuamente messa in discussione, dove le nostre funzioni vengono derise, prese in giro e prese a sputi (e nel caso di specie non è una metafora), dove il controllo dell’ordine pubblico è diventato una chimera impostato essenzialmente sull’opera di mediazione dei singoli ispettori impiegati di turno a rotazione, ma tutto ciò non può quasi mai trovare riscontro quando la controparte con la quale ti confronti è rappresentata da extracomunitari provocatori pluripregiudicati che aspettano mesi per essere rimpatriati, e nemmeno sempre! Questi luoghi sono polveriere sempre pronte ad esplodere per effetto di un singolo che aizza il resto della feccia". A seguito degli scontri tre immigrati in attesa di rimpatrio, un 24enne, un 31enne e un 33enne sono stati arrestati per resistenza e lesioni a pubblico ufficiale.

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