Torino, orafo ucciso. Arrestato a Barcellona l’ultimo componente della banda

C’è la svolta nell'omicidio di Patrizio Piatti, orafo assassinato due anni fa in un tentativo di rapina presso la sua abitazione di Monteu Roero, nell'Astigiano. Giuseppe Junior Nerbo, 30 anni, torinese è stato arrestato dai carabinieri del Ros, in collaborazione con la Guardia Civil spagnola, ieri sera a Barcellona. Fermata anche la compagna, Fabiola Cavallo di 29 anni, perché aveva documenti falsi. La coppia si era rifugiata a Barcellona con una falsa identità svizzera.
Nerbo era riuscito ad evitare l’arresto lo scorso 24 novembre scorso, quando erano state eseguite le misure cautelari emesse dal Gip di Asti in relazione al sanguinoso fatto di cronaca anche nei confronti di altre 4 persone. Già sfuggito pochi giorni prima dall'esecuzione di altra misura cautelare emessa a Foggia per un traffico d'auto rubate, l’uomo aveva varcato il confine con la Francia insieme alla compagna, sfruttando la collaborazione di un torinese, Francesco Scielzo, 34 anni, che si era offerto di fare da esca depistando gli investigatori. Uno stratagemma che infatti aveva funzionato: quando i carabinieri avevano fermato la sua auto, alla guida avevano trovato l’amico, finito in manette per favoreggiamento. Ma gli inquirenti non hanno mai smesso di cercare Nerbo, e alla fine sono riusciti a catturarlo ieri all'interno di una clinica odontoiatrica dove si apprestava a sottoporsi ad un intervento chirurgico.
Patrizio Piatti, titolare di un piccolo laboratorio orafo a Torino, era stato ucciso con un colpo d'arma da fuoco alla testa esploso da distanza ravvicinata, durante un tentativo di rapina all'ingresso della propria abitazione, dove gli investigatori avevano trovato gioielli per un milione e mezzo di euro (poi confiscati dal Tribunale di Torino all’esito di un parallelo procedimento di prevenzione) ed era proprio quello l’obiettivo dei suoi killer. Lo scorso novembre era stati arresti per il delitto Emanuele Sfrecola, pluripregiudicato, Salvatore Messina, già detenuto per altri reati, e Francesco Desi pregiudicato. Gli ultimi due sarebbero gli esecutori materiali. Ai domiciliari Giancarlo Erbino, con precedenti per ricettazione. Nerbo è invece accusato di avere fornito a ideatori ed esecutori del delitto informazioni sulle possibilità economiche e sulle abitudini della vittima.