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Torino, a 80 anni cura la marijuana del figlio: le aveva detto che era luppolo per la birra

A 80 anni curava in casa sua a Torino le piante di marijuana del figlio pensando servissero alla produzione di birra: il suo compito era innaffiarle e lei lo aveva fatto con precisione visto che le piante continuavano a crescere. Non sospettando nulla, quando sono arrivati gli agenti li ha anche invitati a entrare in casa.
A cura di Susanna Picone
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Immagine di repertorio
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Coltivava la marijuana del figlio in casa, a quanto pare però convinta di non fare nulla di male, dato che pensava quelle piante fossero destinate alla produzione di birra. E così, quando gli agenti della Squadra Volante che avevano saputo da una segnalazione delle piante di marijuana sono intervenuti in un condominio nel quartiere Santa Rita a Torino, l’anziana signora si è mostrata subito disponibile ad accoglierli in casa. Le piante in casa c’erano davvero, ma l’anziana signora – una donna di ottanta anni – pensava fossero destinate alla produzione di birra come appunto, a quanto pare, le aveva detto il figlio che le aveva portate da lei qualche settimana prima. Il figlio, un uomo di quarantanove anni che vive nel quartiere Mirafiori, le avrebbe anche affidato il compito di annaffiarle, cosa che la signora con dovizia aveva fatto, tanto che le piante di marijuana stavano crescendo rigogliose. Alcune avevano raggiunto l’altezza di 130 centimetri, altre anche un metro e mezzo.

Trovate a casa del figlio altre piante e anche proiettili – Ascoltata la versione della signora, i poliziotti sono poi andati a casa del figlio dove c’era anche la moglie. Nella casa hanno trovato 18 piante di marijuana, oltre a una lampada per coltivazione indoor, a diversi semi e a un barattolo contenente sostanza vegetale. Nell’abitazione della coppia gli agenti hanno anche trovato alcuni proiettili di diverso calibro inesplosi. Alla luce del rinvenimento, i coniugi sono stati tratti in arresto per la detenzione e la coltivazione delle piante di marijuana. L’uomo è stato anche denunciato in stato di libertà per detenzione abusiva di armi.

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