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“Ti darò fuoco finché non ti vedrò morta”: insulti e graffi alla rivale in amore davanti alla figlia a Terni

A Terni una 42enne albanese è a processo: per un anno avrebbe perseguitato la nuova compagna del suo ex con insulti, minacce e aggressioni, costringendola anche a lasciare il lavoro.
A cura di Biagio Chiariello
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A Terni, secondo l’accusa, la gelosia per la nuova relazione del suo ex compagno avrebbe spinto una 42enne di origine albanese a perseguitare per un anno intero la donna che riteneva una rivale in amore. La vittima, coetanea e di origine siciliana, racconta una sequenza di minacce, insulti e aggressioni iniziata nell’agosto 2022 e proseguita senza tregua fino al luglio 2023. Oggi l’imputata è a processo per lesioni, diffamazione aggravata, molestie e minacce. È difesa dall’avvocata Antonella Devoli, mentre la parte offesa si è costituita parte civile con il legale Christian Palpacelli.

Secondo quanto emerso in aula, la persecuzione sarebbe partita dai social: sulla bacheca Facebook della siciliana sarebbero comparsi insulti ripetuti, estesi anche ai figli — definiti “dal cervello bruciato” — insieme a epiteti come “infame” e “sfrattata da casa”. Nonostante le prime denunce, gli attacchi non si sarebbero fermati. Alla donna sarebbero giunte anche minacce di morte, con frasi come “ti farò passare le pene dell’inferno” e “ti darò fuoco finché non ti vedo morta”.

Nel racconto della vittima compaiono anche episodi di violenza fisica. In almeno due occasioni, l’imputata l’avrebbe affrontata per strada. Una di queste, avvenuta davanti a un kebab, sarebbe degenerata in graffi e strattoni ai capelli. Nella colluttazione sarebbe rimasta coinvolta anche la figlia minorenne della vittima, intervenuta per difendere la madre: entrambe avevano riportato cinque giorni di prognosi.

In questi giorni davanti alla giudice Paola Moscaroli, sono stati ascoltati i primi testimoni. Un carabiniere ha ricordato un intervento del luglio 2023: l’imputata si sarebbe presentata sotto casa della siciliana insultandola a ripetizione, venendo allontanata solo grazie all’arrivo dei militari. Pochi minuti dopo, avrebbe raggiunto nuovamente la rivale al kebab, reiterando le offese. Nello stesso periodo, secondo altre testimonianze, si sarebbe recata più volte anche al bar in cui la donna lavorava, rivolgendole insulti davanti a clienti e titolare. Pressioni che avrebbero costretto la 42enne a cambiare impiego pur di non incontrarla più.

Il quadro delineato dagli inquirenti descrive un comportamento ritenuto continuo e ossessivo, capace di condizionare pesantemente la vita quotidiana della vittima. La sequenza di episodi, distribuita nell’arco di quasi dodici mesi, è ora al vaglio del tribunale.

Il processo proseguirà con nuove testimonianze e ulteriori acquisizioni. La prossima udienza è fissata per il 26 febbraio, quando il collegio giudicante continuerà l’esame dei fatti per stabilire eventuali responsabilità.

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