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Accoltellato da un immigrato a Terni, il padre: “No al razzismo, temo per marocchini”

Il padre di David Raggi, il ragazzo ucciso da un marocchino: “Aggiungere violenza ad altra violenza ora sarebbe completamente inutile e sbagliato. Mio figlio stesso, David, non lo vorrebbe. Adesso sono preoccupato per il mio amico Mohamed, l’ambulante all’angolo, e per tutti gli altri marocchini di Terni”.
A cura di Davide Falcioni
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"Il morto di Terni è figlio di Mare Nostrum. Noi raccoglieremo le firme dei cittadini per una class action contro Renzi e Alfano, li denunceremo per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina…" Sono le parole pronunciate ieri da Matteo Salvini, leader della Lega, che non è riuscito a resistere alla tentazione di strumentalizzare la tragedia della città umbra e si è scagliato contro il fenomeno dell'immigrazione tout court. In realtà le parole del leghista non trovano d'accordo neppure Valter, il padre di David Raggi, che in un'intervista al Corriere ha dichiarato: "Aggiungere violenza ad altra violenza ora sarebbe completamente inutile e sbagliato. Mio figlio stesso, David, non lo vorrebbe. Adesso sono preoccupato per il mio amico Mohamed, l’ambulante all’angolo, e per tutti gli altri marocchini di Terni: sono appena venuti da me in delegazione col loro rappresentante (Abderrahim Maarouf, ndr ) a farmi le condoglianze, sono spaventati, temono vendette, ma io li ho già invitati tutti al funerale di David. So che la rabbia sta montando su Facebook, girano parole di fuoco, io dico invece che adesso non dobbiamo chiuderci nell’odio, ma piuttosto tornare fuori e imparare a stare bene insieme agli altri. Noi non vogliamo vendetta, ma giustizia".

David Raggi è morto giovedì sera mentre, insieme ad alcuni amici, si trovava in Piazza dell'Olmo, a Terni. Ad ucciderlo è stato Amine Assaoul, 29 anni, marocchino ubriaco e che si è scagliato verso di lui con un collo di bottiglia gli ha reciso la carotide, fuori dal pub "People". Assaoul aveva da poco avuto una colluttazione con due poliziotti fuori servizio: era stato espulso dall'Italia dopo una serie di reati, ma vi era rientrato a ottobre scorso. In realtà nei giorni precedenti all'omicidio di David aveva seminato il panico in diversi altri locali di Terni, arrivando persino a minacciare il secondo marito della madre. david Raggi, invece, era un ragazzo tranquillo: avrebbe compiuto 27 anni a luglio, studiava biotecnologie farmaceutiche e faceva l'infermiere come volontario al 118. Dopo essere stato colpito al collo ha capito da solo che non c'era scampo e, poco prima di morire, ha chiesto agli amici di mandare un saluto al fratello e ai genitori.

Ed è proprio il fratello di David – Diego – che ribadisce il messaggio del padre e chiede che non ci sia un'escalation di violenza: "Io non sono mai stato troppo bravo a porgere l’altra guancia. E infatti ora dico che chi ha ucciso mio fratello non dovrà più uscire dal carcere. Perché se esce, allora sì che m’arrabbio. Noi non siamo razzisti, l’assassino poteva essere italiano, olandese, americano. L’importante è che ci sia giustizia".

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