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Covid 19

Terni, focolaio in carcere: 55 detenuti positivi. Antigone: “Liberare spazi con le scarcerazioni”

Almeno 55 detenuti del carcere di Terni sono risultati positivi al Covid-19, nessun contagio invece tra i membri del personale di polizia penitenziaria. L’associazione Antigone: “È urgente liberare più spazi possibile con scarcerazioni, liberazioni anticipate e ricorso agli arresti domiciliari”.
A cura di Davide Falcioni
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Cinquantacinque detenuti del carcere di Terni – su un totale di 514 reclusi – sono risultati positivi al coronavirus. Lo si apprende da fonti penitenziarie. La quasi totalità dei contagiati, tutti della sezione alta sicurezza, è asintomatica, ma sono stati necessari anche due ricoveri. Lo screening sulla totalità dei detenuti non è ancora terminato e non è quindi da escludere che altre positività possano essere riscontrate nelle prossime ore. Al momento, comunque, non si registrano casi tra gli agenti di  polizia penitenziaria.

Quello di Terni è ad oggi il più grande focolaio in un carcere italiano: complessivamente – secondo i dati forniti dal Garante nazionale delle persone private della libertà – sono circa 150 i detenuti e 200 gli addetti del personale positivi al Covid-19 nei penitenziari, dove attualmente si registra "un'incidenza lievemente maggiore di quella del maggio scorso", anche se rispetto a quel periodo, "il numero di coloro che presentano sintomi è molto minore". Secondo il Garante, inoltre, "i dispositivi di protezione non rappresentano come allora un'ipotesi teorica e le stesse procedure messe in atto rendono meno probabile il possibile contagio".

Antigone: "Carceri più organizzate rispetto a marzo ma rischio di nuovi focolai altissimo"

Nonostante ciò la situazione è allarmante perché i casi sono destinati ad aumentare nei mesi a venire anche a causa del sovraffollamento delle celle. Alessio Scandurra, responsabile dell'Osservatorio Detenzione dell'Associazione Antigone, parla di un clima di crescente tensione: "Oggi ero a Rieti – spiega a Fanpage.it – e tra i reclusi c'è molta preoccupazione. Rispetto al focolaio di Terni stupisce che non siano stati trovati positivi tra i membri del personale, gli unici ad avere contatti con i detenuti da quando i nuovi ingressi sono attentamente controllati". Sebbene l'organizzazione nelle strutture carcerarie sia sensibilmente migliore rispetto alla prima ondata secondo Antigone i rischi di nuovi focolai sono molto alti: "È urgente liberare più spazi possibile con scarcerazioni, liberazioni anticipate e ricorso agli arresti domiciliari per chi ha residui di pena bassi o è in custodia cautelare. Certo, oggi gli istituti sono molto più attrezzati che a marzo e i detenuti sono correttamente informati, ma non dobbiamo dimenticare che si tratta di ambienti spesso sovraffollati in cui il rischio di trasmissione del virus è molto alto".

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