Telecamere negli asili per combattere gli abusi: la normativa sulla Privacy lo permette?

Telecamere negli asili per combattere l'illegalità. E' questa la proposta avanzata da un gruppo di genitori italiani lanciata attraverso il gruppo Facebook #sialletelecamere. Telecamere installate ovunque sia necessario, per riprendere qualsiasi tipo di abuso dovesse verificarsi all'interno di strutture atte ad accogliere soggetti minori. Pura prevenzione, insomma. Per evitare che i bambini possano incorrere in situazioni simili a quelle accadute negli asili di Pistoia e Modena, in cui vennero scoperte maestre che cercavano di convincere i piccoli a mangiare a suon di sonori schiaffoni. Alcuni genitori hanno deciso di mobilitarsi, terrorizzati dal fatto che simili episodi possano un giorno coinvolgere anche i propri figli, e stanno cercando in ogni modo di fare pressioni affinché la loro proposta venga seriamente presa in considerazione dai parlamentari e dal Garante per la privacy.
Ma che cosa chiedono esattamente questi genitori allarmati? Nel testo della petizione "Sì alle telecamere negli asili" lanciata attraverso la piattaforma Change.org da Federica Funi, e che ha raggiunto ormai 12.678 sostenitori, si legge:
Care mamme mi rivolgo a voi, perchè so che a nessun altro più di voi sta a cuore la sicurezza dei propri figli.
Inizio questa petizione per chiedere che ad ogni asilo di italia vengano istallate delle telecamere di modo da poter tenere sempre sotto controllo i nostri bambini, dato che gli episodi degli ultimi tempi rivelano comportamenti poco umani da parte delle maestre. in questo modo lo potremmo prevenire, prima che tutto ciò arreca i danni all'equilibro psicologico e fisico dei nostri bambini. Voglio premettere però che non tutti gli asili sono cosi. Ma meglio prevenire che curare.Ogni vostra firma è un passo in più per la sicurezza dei nostri figli!
Federica Funi non è l'unica mamma a occuparsi di questa particolare situazione. Il 2 febbraio, sempre sulla piattaforma Change.org, il bolognese Giuseppe Spedicato ha pubblicato una petizione intitolata "Telecamere obbligatorie negli asili e nelle scuole materne", indirizzata al ministro dell'Istruzione, Stefania Giannini. Anche in questo caso, i numeri sono abbastanza alti. Si parla di 11.473 sostenitori per il medesimo fine: richiedere degli interventi per garantire la sicurezza a quei minori che non sono e non sarebbero in gradi di difendersi da soli. Insomma, secondo i genitori qualora dovessero accadere episodi spiacevoli, sarebbe difficile provare i presunti reati senza ricorrere all'ausilio di questo tipo di tecnologia. Non solo, le telecamere potrebbero servire anche a prevenire fenomeni di bullismo e proteggere gli insegnanti da eventuali contestazioni da parte dei genitori e degli stessi alunni.
Il Garante per la Privacy, Antonello Soro, si è sempre opposto all'uso indiscriminato di webcam negli asili nido. "Troppi rischi per la riservatezza e il libero sviluppo della personalità dei bambini", sosteneva. Attualmente invece, pare aver cambiato posizione. Soro ha infatti dichiarato a "Repubblica": "È un tema che ci interroga e non va banalizzato. Nessuno sottovaluta che asili nido possono diventare teatro di insopportabili violenze nei confronti di soggetti debolissimi e incapaci di denuncia, ma questo problema non può essere risolto dalle tecnologie. Il processo educativo fonda molta della sua efficacia nella libertà della relazionetra educatore e bambino, in un rapporto di spontaneità e naturalezza. Ed è ingiusto assoggettare a sorveglianza permanente tutti gli insegnanti italiani per punire le violazioni di pochi. Il problema, però, esiste e stiamo valutando le contromisure più equilibrate".
Il tema non è affatto banale. Oltre alla normativa italiana sulla privacy, il legislatore deve attenersi alla Direttiva europea 95/46/CE sul trattamento dei dati personali, alle successive linee guida elaborate dal Gruppo di lavoro ex Articolo 29 relative in maniera specifica alla regolamentazione dell'uso di sistemi di videosorveglianza nei luoghi di lavoro e alla giurisprudenza della Corte europea dei Diritti dell'Uomo relativa alla tematica. In sintesi, secondo quanto previsto dalla normativa vigente, l'uso di telecamere all'interno di luoghi lavorativi non è infatti permesso se non a patto che vengano rispettate tutta una serie di stringenti prescrizioni: le riprese non possono essere effettuate di nascosto, a meno che non siano autorizzate da un magistrato in possesso di una potenziale notizia di reato; devono essere segnalate in maniera chiara con dei cartelli che descrivano il tipo di attività svolta e il nome del responsabile del trattamento dei dati personali – perché appunto le riprese video sono assimilabili a dati personali e pertanto chi ha facoltà di utilizzarli viene assoggettato al rispetto della normativa relativa. Non ultimo: "l'eventuale installazione di sistemi di videosorveglianza presso istituti scolastici deve garantire il diritto dello studente alla riservatezza, prevedendo opportune cautele al fine di assicurare l'armonico sviluppo delle personalità dei minori in relazione alla loro vita, al loro processo di maturazione ed al loro diritto all'educazione", come stabilisce il Provvedimento del Garante per la Privacy emanato l'8 aprile del 2010.
Numerose sono le proposte relative al tema depositate in Parlamento, l'ultima risale al 24 febbraio 2016, a firma di Nunzia De Girolamo. Essendo la materia piuttosto complicata, la strada per l'installazione di telecamere nei luoghi frequentati da minori appare quindi molto più complicata di come sembrano intenderla i genitori autori delle due petizioni ospitate da Change.org