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La scomparsa di Kata a Firenze

Telecamere e test del dna a tappeto: perché la svolta nel giallo della piccola Kata non arriva

Perché è stato prelevato il Dna a tutti gli ex occupanti dell’Hotel Astor e che prove hanno raccolto sino ad oggi gli inquirenti per risolvere il caso di Kata, la bambina scomparsa a Firenze.
A cura di Anna Vagli
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Proseguono le indagini sulla scomparsa della piccola Kata Alvarez, 5 anni, che manca da casa dallo scorso 10 giugno. Mentre la Procura di Firenze indaga nel più stretto riserbo istruttorio, nelle ultime ore si è proceduto alla repertazione del Dna di tutti gli occupanti dell’ex hotel Astor. Nei giorni scorsi, lo ricordiamo, era stato prelevato anche quello della stessa Kata dal suo spazzolino da denti. Sul punto, i carabinieri hanno ribadito che gli accertamenti genetici rientrano nella normale attività investigativa. E non è possibile tecnicamente dargli torto. Vi spiego perché.

La svolta nel rapimento di Kata arriverà dal Dna?

Il prelievo del DNA in un caso di scomparsa è di fondamentale importanza perché consente di confrontare le prove ed escludere eventuali sospettati. Ma permette anche di collegare un dato soggetto alla persona o al minore non allontanatosi volontariamente, in questo caso Kata, attraverso l’individuazione di una corrispondenza genetica.

Per questa ragione, il Dna prelevato a coloro che ipoteticamente possono essere stati coinvolti nel rapimento verrà confrontato con le tracce biologiche eventualmente rintracciate all’ex Hotel Astor o con gli altri indizi raccolti su quella che è a tutti gli effetti qualificabile come una scena del crimine. Dunque, l’attività di comparazione genetica è anzitutto dirimente perché esclude i soggetti il cui profilo genetico non trova alcun riscontro nell’indagine in corso.

Tuttavia, il fatto che siano stati prelevati centocinquanta campioni di Dna non significa che necessariamente la Procura di Firenze abbia identificato un presunto responsabile. Al contrario, campionare differenti profili genetici diventa fondamentale anche quando si deve procedere a un restringimento della rosa dei sospettati. Cioè quando il campo delle ipotesi investigative è ancora aperto.

O perché chi indaga ha campionato Dna non riconducibili alle prove raccolte fino a quel momento o perché mancano dei precisi e concreti riscontri proprio in termini di prove e tracce biologiche. Di conseguenza, quei profili genetici vengono conservati in modo da essere immediatamente a disposizione per i confronti e le comparazioni future con gli elementi d’indagine. Vale a dire nel momento in cui emergano ulteriori prove o informazioni che possano condurre alla soluzione del caso di scomparsa. Dunque, non è detto che la svolta sia vicina.

Si è trattato di un sequestro di persona a scopo di estorsione?

La bimba scomparsa a Firenze
La bimba scomparsa a Firenze

Nonostante il massimo riserbo chiesto e attuato dagli inquirenti, è verosimile ipotizzare che Kata sia stata rapita da qualcuno che si trovava all’interno della struttura o che comunque era solito frequentarla. Un’ipotesi che trova conferma investigativa nelle campionature dei profili genetici delle persone che a vario titolo frequentavano l’ex Hotel Astor. Inoltre, in termini tanto concreti quanto realistici è infatti molto difficile improvvisare un rapimento in pieno giorno sotto gli occhi di tante persone, come quelle che vivevano e frequentavano il vecchio albergo. Chi ha rapito Kata l’aveva quasi sicuramente già attenzionata.

Dunque, è verosimile credere che Kataleya sia stata rapita e oggetto delle attenzioni malevole di una persona che conosceva, che frequentava abitualmente lo stabile e del quale verosimilmente non ha avuto modo di sospettare. Ragioni per la quali è possibile ipotizzare che non abbia opposto alcuna resistenza nell’allontanarsi in pieno giorno insieme a chi ha approfittato delle sue ingenuità di bambina. Un qualcuno che, analogamente, non ha destato alcun sospetto anche tra gli altri occupanti del palazzo. Consentendo al mal intenzionato di agire del tutto indisturbato.

Un rapimento a scopo di estorsione? Sul punto gli inquirenti non sembrano volersi pronunciare trincerandosi dietro il segreto istruttorio. Anche se, ad onor del vero, la Procura di Firenze ha aperto un fascicolo proprio per sequestro di persona a scopo di estorsione. Ma potrebbe essere solo la prima ipotesi investigativa, sappiamo che le notizie di reato prima e i capi di imputazione poi possono essere cambiati in ogni momento.

Attualmente, dicevo, si procede per sequestro di persona a scopo di estorsione a carico di ignoti. Sul punto, però, si devono considerare due aspetti importanti. Il primo. Quasi mai, negli ultimi vent’anni, si è assistito a reati di questo tipo. Tuttavia, nel caso di Kataleya si potrebbe obiettare che il contesto è diverso perché si muove nell’ambito del racket degli affitti. Ma, forse, per tenere in piedi questa pista neppure tale elemento è sufficiente. Il secondo. Solitamente, quando si verifica un sequestro a scopo di estorsione questo è sempre seguito da una qualche richiesta per il riscatto. Una richiesta che, almeno fino ad oggi, non si è manifestata. E questo è un elemento che la dice lunga sulla vera natura del rapimento.

Le telecamere di video sorveglianza

Le indagini guidate dal Pm Christine von Borries proseguono e sono tornate a concentrarsi anche sulle telecamere di video sorveglianza, passate al setaccio per la terza volta. In particolar modo, sono state attenzionate quelle puntate sulle strade del capoluogo toscano limitrofe all’ex albergo Astor. Si cercano i video e quegli elementi che da una prima superficiale analisi possono essere passati inosservati.  E dai quali possa riscontrarsi un qualche elemento sospetto.

Ma l’attività ispettiva prosegue a trecentosessanta gradi su tutti gli occhi elettronici puntati sulla città.

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Dottoressa Anna Vagli, giurista, criminologa forense, giornalista- pubblicista, esperta in psicologia investigativa, sopralluogo tecnico sulla scena del crimine e criminal profiling. Certificata come esperta in neuroscienze applicate presso l’Harvard University. Direttore scientifico master in criminologia in partnership con Studio Cataldi e Formazione Giuridica
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