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Tatuaggi nazisti sul ring, chiesta la radiazione del pugile triestino Michele Broili

L’Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali, organo della Presidenza del Consiglio, ha chiesto alla Federazione Pugilistica Italiana che venga valutata l’espulsione di Michele Broili, pugile salito sul ring mostrando innumerevoli tatuaggi nazisti.
A cura di Davide Falcioni
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Dopo la batosta sul ring, per il pugile triestino Michele Broili potrebbe arrivare anche quella della legge. Il boxeur, che sabato 18 settembre ha combattuto (e perso) contro l’italomarocchino Hassan Nourdine, è finito al centro di aspre polemiche per la presenza sul suo corpo di svariati tatuaggi nazisti raffiguranti in particolare il simbolo delle Schutzstaffeln (le Ss) e il teschio della Totenkopf, le Teste di morto, unità paramilitare addetta al controllo dei campi di concentramento della Germania nazionalsocialista. Il caso è finito sul tavolo dell’Unar, l'Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali, organo della Presidenza del Consiglio dei Ministri-Dipartimento pari opportunità, che ha inviato una segnalazione alla Federazione Pugilistica Italiana affinché l'atleta venga radiato: "Vedere tatuaggi con simboli ed evocazioni naziste in mostra sul corpo di un atleta durante un match ufficiale di boxe è una vergogna inaccettabile: si tratta di un gesto di una gravità assoluta che ci riporta in uno dei periodi più tragici e disumani della nostra storia, che non può e non deve restare impunito", ha dichiarato Triantafillos Loukarelis, direttore dell'Unar.

"Siamo in contatto – ha aggiunto Loukarelis – con la Federazione Pugilistica Italiana che ci ha informato di aver portato il caso all’attenzione degli organi di Giustizia federali usando parole inequivocabili contro tale gesto. Sostenendo la Federazione Pugilistica Italiana nella sua determinazione, auspichiamo che arrivino risposte celermente per far sì che episodi del genere non si verifichino mai più e che si valuti l’espulsione dell’atleta da qualunque competizione sportiva: non è accettabile che gli alti valori dello sport, fonte di esempio per migliaia di giovani, siano macchiati o compromessi da atti del genere. Chiediamo che si faccia piena luce sul perché di fronte a una condotta di tale gravità non si sia pensato di interrompere immediatamente la gara, e per quale motivo si sia arrivati così tardi a gestire un caso di chiara apologia al nazi-fascismo".

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