Tatiana Tramacere, indagini chiuse ma sui social monta l’odio, la famiglia: “Volevate la tragedia”

“Prima di giudicare Tatiana, vi siete fatti almeno qualche domanda vera? Vi sembra normale restare chiusi in casa, da soli, per dieci giorni? Vi sembra una vacanza? Una sceneggiata o, come la definite voi, una luna di miele? Aveva un biglietto per Brescia: se davvero avesse voluto sparire, sarebbe bastato partire. Nessuno l’avrebbe fermata", è l'amaro sfogo del cugino della 27enne Tatiana Tramacere , scomparsa nel nulla per 11 giorni facendo temere il peggio e rinvenuta poi sana e salva a casa dell'amico Dragos Gheormescu che l'avrebbe coperta in una fuga volontaria. Frasi rivolte soprattutto ai social dove in questi giorni tante sono state le accuse alla giovane e le dietrologie dopo la scoperta che non si trattava di rapimento.
Se per gli inquirenti ormai le indagine sono praticamente chiuse in quanto “Non ci sono fatti di rilevanza penale che richiedano ulteriori accertamenti”, come ha spiegato il locale comandante dei carabinieri, per alcuni concittadini della giovane e molti utenti social è scattata la caccia alle presunte verità nascoste. “È così tremendamente facile odiare qualcuno che non si conosce, una storia che non si vive, un dolore che non si prova. La mia famiglia non l’ha mai cercata. Eppure siamo stati travolti da un vortice più grande di noi, senza averlo voluto, senza essere pronti” scrive il cugino Lorenzo, aggiungendo: "Sapete cosa vuol dire non dormire per dieci giorni senza sapere dove sia vostra figlia? I miei zii sì, lo hanno provato, ed anche io ho provato l’angoscia vera. Quella che ti piega le gambe. E allo stesso tempo ho sentito qualcosa di potente: l’abbraccio di un paese intero. Persone meravigliose che si sono mosse per aiutare, che hanno donato tempo, cuore, speranza. Per questo vi ringrazierò per sempre”.
"Sapete cosa vuol dire il terrore vero di perdere tutto in un istante. Forse no. Eppure giudicate lo stesso. Siete le stesse persone che hanno pregato per trovarla viva. Le stesse che volevano un colpevole a qualsiasi costo. E ora siete le stesse che riversano odio su una ragazza fragile, trasformandola nel bersaglio dei vostri commenti” prosegue il giovane che aggiunge: “Pensate davvero che una ragazza scelga una mansarda pur di guadagnare qualche follower? E lasciatemi essere brutalmente sincero. Molti di voi avrebbero preferito un finale peggiore. Una morte, un colpo di scena, qualcosa da raccontare. Perché l’odio ha bisogno di tragedie nuove da divorare. Ma Tatiana è viva. E questo dovrebbe bastare a fermare tutto il resto”.
"E c’è un’altra cosa che molti sembrano dimenticare, in mezzo a questo caos, nessuno, tranne lei, sa davvero cosa sia accaduto. Se davvero tutto ciò è stato frutto della sua volontà, allora dobbiamo capire perché. Quale dolore l’ha spinta a isolarsi in quel modo, quale tempesta interna può averla travolta fino a farla sparire per dieci giorni. La sofferenza non nasce dal nulla. A volte i sentimenti si intrecciano alla paura, alla dipendenza emotiva, alla confusione. Perché ciò che conta davvero è la sicurezza di Tatiana, la sua salute, la sua verità, qualunque essa sia. E finché non la conosceremo, nessuno ha il diritto di puntare il dito, di inventare, di giudicare" sottolinea ancora il cugino della ragazza.
La vicenda della giovane, da come emersa finora, in effetti resta singolare ma probabilmente frutto di debolezze psicologiche e fragilità emotive della stessa 27enne che solo lei potrà chiarire con l'aiuto degli esperti e con calma. Ciò di cui non avrà certo bisogno è di ritrovarsi addosso accuse e insinuazioni quando deciderà di chiarire i motivi del suo allontanamento volontario così particolare, nascosta nella mansarda dell'amico. Del resto la stessa famiglia, che l'ha cercata disperatamente, è in attesa di risposte anche se per ora ha deciso di non pressarla come indicato dagli psicologi che le hanno diagnosticato un forte stato di prostrazione psicologica.
"Forse la cosa più importante di tutte e che Tatiana è una ragazza. Una ragazza fragile, giovane, confusa, che ha vissuto qualcosa che ancora nessuno ha davvero compreso. E anche qualora, avesse fatto tutto di sua sola volontà, merita comunque rispetto” conclude il cugino.